L’esercizio del giudizio storico permanente ci permette, anzitutto, di essere realtà-nella-realtà. Si può dire che tale esercizio dura lungo tutta la nostra vita perché esso è l'essenza della vita stessa. Il giudizio storico è l’atto della nostra responsabilità cognitiva. C’è un momento, nella nostra vita, in cui possiamo smettere di conoscere ? Possiamo smettere di ri-nascere nella realtà ? Di…
Marco Emanuele
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Responsabilità, cambio di era, giudizio storico
Dobbiamo mettere in campo una responsabilità progettuale e progettante, rendere le nostre vite dei laboratori di ri-creazione di senso storico. È una scelta strategica, metamorfosi di ogni persona nella metamorfosi del mondo. Si tratta, evidentemente, di una responsabilità complessa che deve fondare il nostro agire-nel-mondo che, in quanto tale, è politico. Questa responsabilità ri-pensata, dunque, fonda la politica complessa. Abbiamo…
Vivere la responsabilità dell'agire politico
L’agire politico è, al contempo, una sfida per ogni persona e per il mondo. Infatti, occorre problematizzare l’assunto culturale di questa globalizzazione; il tema è il senso di globalità che o fatichiamo a con-dividere o abbiamo smarrito. Perché il senso di globalità è ciò che ci tiene insieme e che permette di ri-crearci come persone-mondo, ben prima, e ben più…
Persona-mondo e agire politico
Per ragionare dell’agire politico dobbiamo approfondire come sta evolvendo il mondo. È difficile non vedere il “caos non creativo” nel quale il mondo è immerso. Possiamo non renderci conto che il raggiungimento dell’ “ordine”, termine che richiama a una sorta di sistematizzazione dei rapporti di potenza a livello internazionale, si scontra con lo svuotamento di una politica limitata al fare…
Dal fare all'agire politico
La mia prospettiva di ragionamento è che la politica “perde” non tanto laddove incontra rapporti di forza più “potenti” ma, prima di tutto, nel suo essere vuota, senza visioni e senza prospettive. Il “fare politica” si va riducendo sempre di più a un’attività di presa d’atto di ciò che si vede; in tale contesto, a cosa serve pensare-la-realtà per contribuire…
Progetto di civiltà e ri-pensamento della politica
Abbiamo l’abitudine, che sembra diventata prassi culturale, di dare risposte semplicistiche e localistiche a problemi complessi e globali. Nessuna delle sfide che oggi viviamo nei nostri territori ha più origine in essi. Tra l’altro, le frontiere del digitale e dell’intangibile problematizzano profondamente i territori fisici che conosciamo e riconosciamo, i confini e l’essenza stessa dello Stato-Nazione. Va da sé che…
Rovesciare l'assunto culturale dell' "utilità"
Cosa vedono i nostri occhi ? Noi fotografiamo, raramente osserviamo, ancora più raramente com-prendiamo in noi. Dalle parole che usiamo si può dedurre che il nostro sguardo è limitato e limitante, a volte distorcente la realtà per interpretarla “secondo noi” e per pre-giudicarla (giudicarla senza conoscenza). Applichiamo i modelli che abbiamo in testa per svuotare l’esperienza del reale (incarnata in…
Il progetto di civiltà è un cammino nell'oltre
Ci vuole libertà di pensiero. È necessario rompere, infatti, il circolo vizioso tra l’intellettuale e il “principe”, chiunque egli sia. Perché l’intellettuale deve avere come unico riferimento la realtà, quella “carne e sangue” per troppo tempo trascurata e considerata come “scarico” di strategie immaginate nei palazzi di un potere auto-referenziale e, per questo, malato; potere che, a ben guardare, cambia…
Il senso dell' in-utile
Per capovolgere l’utile dobbiamo percorrere l’ “in-utile”. Si tratta, in sostanza, di camminare nel profondo di ciò che consideriamo utile e di problematizzare la nostra tentazione a “usare superficialmente” la vita. Dal significato delle parole, alla evoluzione dei processi storici, alla dignità della vita, l’ in-utile ci dice che c’è qualcosa di più profondo di ciò che vediamo e che…
Ri-partire dal fattore umano
Ci muoviamo, inevitabilmente, in una doppia esigenza: del ritorno a noi (alla ri-scoperta, scoperta continua, del chi siamo) e della comprensione e del governo del mondo-che-è. Entrambe queste esigenze ci appartengono e a entrambe abbiamo la responsabilità di guardare, senza l’ansia di risposte definitive. Ciò comporta, come ho detto, che, se da un lato dobbiamo maturare visioni e immaginare scenari,…