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Pino Pisicchio About Pino Pisicchio

Pino Pisicchio è professore ordinario di Diritto Pubblico Comparato all’Universita’ internazionale degli Studi di Roma, giornalista professionista, saggista, editorialista, autore di oltre sessanta libri tra monografie scientifiche, saggi e narrativa. È stato Deputato per sei legislature alla Camera e per una al Parlamento Europeo, è stato uomo di governo, presidente di Commissioni e di Gruppi Parlamentari. Sua è la redazione del Codice Etico dei deputati in vigore alla Camera. È componente del Comitato Italiano Unesco.

Phisikk du role - Che succede al Movimento?

M5S ha un bel po’ da fare. E lo deve fare alla svelta. La posta in palio è quella che i colti chiamano eterogenesi dei fini: rimanere al prossimo giro fuori dal nuovo Parlamento, fortemente voluto dal Movimento nel formato drasticamente ridotto, perché diviso e ridotto anch’esso, al punto da non superare i nuovi più alti sbarramenti posti dal formato bonsai

Phisikk du role - Lo stipendio di Draghi e il voyeurismo politico

Nella narrazione illetterata che si è ormai insediata nel comune sentire, anche il nobile gesto rischia di diventare nutrimento per un’idea traversa. Quella che si può anche lavorare a gratis e che, in fondo, la sfera politica è una dimensione per gente che ha già di suo tanto e che può benissimo dare il suo tempo e la sua professionalità senza chiedere niente. La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Eterni dilemmi: legge elettorale e Quirinale

Quali sono i momenti di fibrillazione della politica in Italia? A parte i molti accidenti imprevedibili, sicuramente l’elezione del Capo dello Stato e, da 28 anni a questa parte, il varo della nuova legge elettorale. La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Lobby, la parola sfortunata

Il governo Draghi male non farebbe a metterci dentro una legge sulla regolazione delle lobby, sdoganando la paroletta esposta alla riprovazione. La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Che ne sarà del M5S?

La scommessa è sulla capacità di operare una presa di coscienza della sua base sociale e di assumere una direzione di marcia capace di disegnare orizzonti chiari, emancipando se stessi e il proprio elettorato. Verso una forma-partito? Certo, ma anche verso un’identità precisa. Che non potrà essere il doppione del Pd. La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Brunetta, il merito e l’ope legis

Il corso-concorso bandito dalla Regione Campania nel 2019 prevedeva due distinte fasi, appunto quella del corso e quella del concorso. Chiedere l’eliminazione della fase del concorso, come ricordato dal ministro Brunetta che sottolinea quali erano le regole d’ingaggio del bando 2019, si sposta al di fuori del dettato costituzionale. La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Giovanna Boda e la reputazione stuprata

La ministra Cartabia, senza indulgere a clamori ma aderendo allo stile concreto di chi prima fa le cose e poi le racconta, sta mettendo mano ai dossier più complessi di una giustizia gravemente ammalata, avendo cura di dialogare col Parlamento. A lei, alla sua prassi silenziosa e fattuale, il compito di spegnere una volta per tutte quel brutto vezzo che abbiamo imparato a chiamare “giustizialismo”.La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Fenomenologia della rimozione da Covid

Sui morti per Covid si può fare qualcosa di più, oltre manifestare la giusta mestizia istituzionale nelle ricorrenze del ricordo e nei commiati toccanti, evitando di nascondere i numeri in un bisbiglio. La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Il male non è il Gruppo misto. È la fine del partito

Il problema non è punire, ridimensionare o cancellare, come pare si intenda, il Gruppo misto e i suoi aderenti, semmai è ricostruire partiti su basi democratiche e non leaderistiche e fare leggi elettorali che rimettano la scelta in mano ai cittadini togliendola ai piccoli cesari che fanno le liste. La rubrica di Pino Pisicchio

Phisikk du role - Che c’entra Bianco con Serracchiani

Nel 1979 Gerardo Bianco fu eletto capogruppo Dc alla Camera sfidando da outsider il numero due dell’allora segretario Zaccagnini, Galloni. La vittoria del peone, il deputato qualunque che non conta nulla e che deve solo eseguire le comande del capo dunque, a marcare un gesto di autonomia che rimase nei libri di diritto. Qual è la differenza tra quell’episodio e oggi? La rubrica di Pino Pisicchio

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