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Dopo Messina Denaro la vera svolta sarà il Ponte sullo Stretto

Rendiamo quindi oggi il giusto omaggio agli artefici di questa vittoria dello Stato e della legalità, anche nel ricordo delle troppe vittime di mafia. Manteniamo però i nervi saldi: si combatte la malavita creando sviluppo pulito, nella correttezza delle procedure e degli affidamenti. Il commento di Roberto Arditti

Partito democratico, aspettando la rivoluzione

Sono due gli elementi decisivi perché il Pd torni forte. Il primo riguarda la guida politica, che deve essere carismatica al punto giusto, perché oggi militanti ed elettori (per la verità da sempre) hanno bisogno di una figura in cui riconoscersi. Il secondo punto riguarda alcuni tabù che dovranno essere abbattuti, come quello in materia di sicurezza (e quindi immigrazione). L’analisi di Roberto Arditti

La destra e le nomine. Il governo Meloni a un bivio storico

Il corsivo di Arditti sullo spoils system e i casi Ruffini, Dal Verme e Minenna. La destra italiana ha il diritto/dovere di fare le nomine che crede, e ha tutto quello che serve per scegliersi dirigenti adeguati alle sfide. Non c’è tempo da perdere in polemiche sterili: nei ministeri dispone di gabinetti costruiti ex novo e sono strumenti potenti per controllare le attività strategiche ma anche quelle ordinarie

Noi, Leo Messi e il colore della pelle. Il barometro di Arditti

In Italia c’è stato un tifo crescente ai mondiali del Qatar per l’Argentina, come testimoniato dai dati Swg. Però come si spiega il tifo decisamente contrario ai nostri cugini d’Oltralpe? Il barometro di Roberto Arditti

Meloni promossa dagli italiani, il governo un po' meno. Il barometro di Arditti

La fiducia in Giorgia Meloni è cresciuta dalla nascita del governo, quella del suo esecutivo è calata. Cosa dicono i numeri di Swg nell’analisi di Roberto Arditti, presidente Kratesis

Al "torneo Moratti" vince solo il Terzo Polo. Arditti spiega perché

Moratti, candidata alla Regione Lombardia, doveva tenersi le mani libere da ogni abbraccio politico e giocare da battitore libero, cercando uno ad uno tutti i voti scontenti a destra. Adesso invece è diventata la candidata della parte moderata dell’opposizione, collocazione che, oltre a non esserle naturale, serve al massimo per fare un buon risultato. E l’effetto finale è chiaro…

Roberto Maroni, reggitore dello Stato. Il ricordo di Arditti

Maroni era oggettivamente bravo, certamente il più in gamba della sua generazione di leghisti. L’unico capace di mettersi il fazzoletto verde al collo e girare per le valli la sera e la mattina dopo presentarsi al ministero con l’abito giusto. Una delle migliori figure di “classe dirigente” della Seconda Repubblica

Non solo un governo. Riuscirà Giorgia I a fondare una Nuova Destra?

Meloni ha accettato pochi condizionamenti dagli alleati e ha scelto per i ministeri più importanti figure che a lei e solo a lei debbono quella posizione. Si intravede dunque uno stile di governo determinato e anche brusco, poco incline al compromesso (tanto caro ai Palazzi Romani) e orgoglioso della lunga traversata nel deserto compiuta. Il commento di Roberto Arditti

Fine Primo Tempo. Resto del Mondo vs. Meloni (2-1)

Qual è il risultato alla fine del primo giorno al Senato? Un gol per la Meloni, che elegge La Russa. Un primo gol per gli avversari che vedono dividersi la maggioranza alla prima occasione (e senza permettere loro di rimediare con il voto del pomeriggio) e un secondo gol perché riuscire (da minoranza) ad essere determinanti al primo giorno della legislatura è un record non da poco. Il corsivo di Roberto Arditti

Quattro giorni senza Giorgia. Un cambio radicale e necessario

Cosa è successo? È improvvisamente diventata timida Giorgia Meloni? No, in verità. Ha solo cambiato strategia perché è cambiato il suo ruolo. Era un leader politico, sta per diventare premier. Dovrà essere compreso anche da milioni di elettori, abituati a una Giorgia Meloni di lotta che ora si ritrovano una Meloni di governo. Il commento di Roberto Arditti

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