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Carica di entusiasmo per gli ottimi risultati negli ultimi sondaggi, Marine Le Pen vuole allargare il suo Fronte Nazionale al resto d’Europa. La leader del partito francese ha presentato ieri a Strasburgo un progetto che cercherà di riunire tutte le formazioni di euro-scettiche in Europa: l’Alleanza europea per la libertà.

Il FN di Le Pen risulta la prima forza francese con il 24% dei consensi per i comizi europei della prossima primavera. Così, si è proposta di conquistare il Parlamento europeo per lottare a favore degli interessi degli Stati e proporre emendamenti dall’interno.

Gli obiettivi
Il progetto vuole “ridare sovranità al popolo europeo” e per raggiungere questo obiettivo è disposto ad aprirsi ad alleanze con altre formazioni politiche del continente. “Siamo un problema per alcuni tecnocrati attaccati alle poltrone, ma non un pericolo per il popolo. Le nostre idee sono diverse, divergenti, ma in nessun modo estremiste”, ha detto Le Pen. L’obiettivo è formare un gruppo parlamentare a livello europeo. Ma secondo le norme c’è bisogno di un minimo di 25 eurodeputati di almeno sette Paesi diversi. Anche se la ricerca è aperta, ma non a tutti.

I primi soci
Al progetto anti-europeista di Le Pen per il momento hanno aderito il partito belga Vlaams Belang, l’olandese Partij voor de Vrijheid, l’austriaco Freiheitliche Partei Österreichs e gli svedesi di Sverigedemokraterna. La leader del FN vorrebbe che del gruppo facesse parte anche il United Kingdom Independence Party (Ukip) di Nigel Farage e guarda con attenzione al Movimento Cinque Stelle (M5S) di Beppe Grillo.

Gli esclusi
Invece, con le formazioni più radicali, Le Pen non vuole avere nessun rapporto. Soprattutto se si tratta di gruppi estremisti di destra come i greci di Alba Dorata o gli ungheresi di Jobbik. “Per me è completamente escluso avere qualsiasi tipo di rapporto con queste persone. Non abbiamo niente in comune, non condividiamo nessun valore”, ha spiegato durante la conferenza stampa.

L’Unione sovietica europea
Secondo il leader francese, la distinzione tra destra e sinistra è ormai sorpassata. “La vera differenza è tra i partiti che continuano a credere nella nazione e quelli che scommettono su un’entità sovranazionale”, ha detto Le Pen. “Io credo nell’Europa delle Nazioni, che non si costruisce sulle spalle dei popoli. In questo senso il nostro movimento è un dissidente di questa Unione europea”, ha aggiunto.

I fallimenti dei partiti tradizionali
Durante la presentazione, Le Pen si è lamentata dell’incapacità dei partiti tradizionali di risolvere alcuni problemi fondamentali come i forti flussi d’immigrazione e la disoccupazione. “I partiti hanno ottenuto risultati deplorevoli con le loro politiche. Giudico un albero per i suoi frutti: disoccupazione, criminalità, austerità, aumento del deficit, aumento del debito, impoverimento della popolazione, sembra poco?”, ha detto aggiunto. Secondo Le Pen è anche per affrontare queste problematiche che nasce l’Alleanza europea per la libertà.

L’immaturità del Movimento Cinque Stelle
Sulla base dell’annunciato superamento delle differenze tra destra e sinistra, è facile pensare che ci fosse un fondamento nelle voci di mesi fa su un possibile incontro tra Le Pen e Grillo per l’adesione del M5S alla coalizione euro-scettica. Ma Le Pen frena: “Faccio fatica a capire la coerenza del progetto di Grillo, forse è un movimento molto giovane”, ha detto. Le Pen ha detto che condivide le perplessità sull’euro, ma crede ci voglia una visione più amplia e strutturata per fare politica. “Lasciamo a Grillo il tempo di fare una riflessione ulteriore, quel giorno potremmo parlare di una collaborazione”, ha aggiunto.

Gemelli diversi
In un articolo del Manifesto del 13 ottobre scorso si fa un confronto tra il Fronte Nazionale di Le Pen e il movimento di Grillo. “Nel 2007 (Grillo, ndr) parlava dei “sacri confini della Patria” violati dai Rom. In seguito, si è espresso contro la cittadinanza ai figli dei migranti nati in Italia. Poi, tempo fa, ha detto che “i veri extracomunitari” siamo noi. E oggi, ecco la presa di posizione sul reato di clandestinità. La spiegazione di questo indurimento progressivo, ma lineare, si chiama Marine Le Pen”, ha scritto Alessandro Dal Lago sul quotidiano di sinistra.

Il professore di Scienze politiche ricorda che “proprio come Grillo non vuole essere confuso con la sinistra, lei non vuole essere chiamata di estrema destra. Per entrambi, la “opposizione” all’invasione crea rosee prospettive elettorali”. Marine Le Pen è in testa nei sondaggi e Beppe Grillo sa che il contrasto dell’immigrazione “è un argomento popolare non solo nell’elettorato del Pdl e della Lega, ma anche in una parte di quello del Pd, per non parlare della massa dei non votanti”. In più, questo tema ha già fatto vincere la destra in Norvegia, Danimarca e Austria.

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