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Gli annunci di mister spending review, al secolo Carlo Cottarelli, commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica incaricato dal governo di tagliare 32 miliardi di euro in tre anni, non sono piaciuti. A chi? Scorrendo le reazioni sulla stampa, ma soprattutto sui social network, dopo gli annunci di tagli e risparmi diversificati, ecco prendere forma una cartina di tornasole abbastanza variegata delle resistenze.

TWITTER
Francesco De Dominicis, giornalista di Libero, ad esempio twitta: “Mister spending review Cottarelli ha rilasciato interviste esclusive a Corriere, Repubblica e Stampa. Uhm… quando uno parla tanto …”. Ma a bofonchiare non sono solo giornalisti, analisti o commentatori, bensì anche dirigenti di ministeri di peso come quelli di Sviluppo Economico (Stefano Firpo: “Ma la spending review si fa col grillismo delle auto blu di #Cottarelli o con l’agenda digitale di #Caio?”) e Alessandro Fusacchia (Esteri) in passato stretti collaboratori di Passera al Ministero dello Sviluppo economico.

TAGLIATORE TAGLIATO?
Se lo chiede Il Messaggero, che oggi registra la protesta dei ministri ai tentativi di mister spending review di procedere a sforbiciate. Enrico Giovannini, welfare: “Sul welfare non si scherza, che non si sognassero di fare tagli senza prima averli concordati”. Maria Chiara Carrozza, Istruzione: “Ma come, abbiamo appena investito nella scuola dopo anni di tagli e ora ricominciamo? Ogni euro di risparmi andrà tassativamente reinvestito in scuola, università e ricerca”. Massimo Bray, Cultura: “Da noi hanno già tagliato tutto, tra un po’ non avremo nemmeno i soldi per tenere aperti i musei. I soldi dei risparmi sono nostri”.

PROCLAMI
“Sarà necessario toccare le pensioni d’oro e d’argento. L’approccio della legge di Stabilità è di congelare la perequazione – aveva annunciato due giorni fa – . So che esistono difficoltà a livello costituzionale. Ma c’è una scelta da fare”, parole di Carlo Cottarelli. Annunciando che tutti i settori saranno destinatari del provvedimento, dalla sanità alla previdenza, dal pubblico impiego alle società pubbliche. “Ciò non vuole dire che ci sia la necessità di tagliare o risparmiare ovunque ma che dobbiamo guardare a tutte le realtà senza assumere che ce ne sia qualcuna senza sprechi da eliminare”.

STATALI
Sugli statali annuncia che “non c’è a priori una decisione su ulteriori riduzioni di organici; è chiaro però che certe misure strutturali che potrebbero essere raccomandate potrebbero portare all’emersione di esuberi. Per esempio in caso di fusione di enti o attività. La domanda è se tali esuberi potranno essere assorbiti all’interno della pubblica amministrazione oppure se ci saranno altre soluzioni non traumatiche”.

WELFARE
“La revisione della spesa la deve fare prima di tutti la pubblica amministrazione. Non si tratta di toccare lo stato sociale che è un fondamento dell’economia italiana. Idealmente sarebbe opportuno che ogni centro di spesa facesse da sé la revisione sapendo che ogni risparmio fatto potrebbe tradursi in riduzione di tasse. Noi metteremo a disposizione tutti gli strumenti necessari — e ricorreremo anche alla pubblicazione degli indicatori di efficienza — per incentivare il buon comportamento di tutti”.

MUGUGNO ANONIMO
Da segnalare anche un pezzo anonimo pubblicato due giorni fa dal Sole 24 Ore da parte di un dirigente della Ragioneria che si lamentava del fatto che sarebbero esclusi dalla spending.

Chi mugugna per i comizi di Cottarelli sulla spending review

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