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La riforma della curia è un’opera lunga, che richiederà tempo e pazienza. Almeno un paio d’anni per vederla entrare a regime, confessava a fine settembre qualche porporato ben addentro ai meccanismi d’Oltretevere. Bisogna prima raccogliere le opinioni e le idee che circolano negli episcopati locali, quindi trasferire la mole di relazioni e proposte sul tavolo di lavoro della speciale consulta outsider (come l’ha definita il Papa) chiamata a ristrutturare la governance vaticana e a riscrivere la costituzione apostolica Pastor Bonus di Giovanni Paolo II. Il cardinale honduregno Oscar Maradiaga, un salesiano molto amico di Jorge Mario Bergoglio, di quel gruppo è il coordinatore. Ed è lui che, più di una volta in questi mesi, ha anticipato alcuni dei passaggi che la consulta avrebbe effettuato per giungere al completamento del lavoro.

“Il discernimento richiede tempo”

E’ stato Maradiaga, ad esempio, a parlare lo scorso luglio della necessità di dotare il consiglio cardinalizio di un instrumentum laboris che funga da traccia per semplificare la discussione. Ed è sempre il porporato latinoamericano ad aver fatto intendere che la riforma della curia potrebbe tradursi in un taglio di organismi o in un loro accorpamento. A ogni modo, si tratterà di un lavoro lungo. Francesco stesso ha detto nell’intervista alla Civiltà Cattolica che questo è il tempo del discernimento, e “questo discernimento richiede tempo. Molti, ad esempio, pensano che i cambiamenti e le riforme possano avvenire in breve tempo”. Ecco perché la riforma della curia è ufficialmente solo al terzo punto dell’agenda della consulta, preceduta dalla ristrutturazione e dal rafforzamento del Sinodo e dal ripensamento della Segreteria di stato. Eppure, qualcosa si muove.

Verso l’accorpamento dei dicasteri

Il cardinale Maradiaga, approfittando di una conferenza a Logrono, in Spagna, ha anticipato che uno dei punti sui quali si sta lavorando è la trasformazione del Pontificio consiglio per i Laici in congregazione. Un rafforzamento chiaro, dunque, per uno degli organismi che si occupano di temi che stanno particolarmente a cuore al Papa argentino. “C’è solo un pontificio consiglio per i laici, però c’è una congregazione per i vescovi, una per il Clero e un’altra ancora per i religiosi. Per i laici non c’è, benché siano i più numerosi”. Una delle idee allo studio è quella di accorpare tre diversi pontifici consigli in un’unica struttura, che di fatto diventerebbe congregazione. Se il progetto andasse a buon fine, il Pontificio consiglio per i laici potrebbe essere “fuso” con quello per la famiglia e quello per la salute.

La conferma a tempo del cardinale Rylko

Non è un caso che, qualche settimana fa, Francesco abbia confermato ufficialmente alla guida del Pontificio consiglio il cardinale polacco Stanislaw Rylko, ma solo fino al termine del quinquennio in corso, che si concluderà nei primi mesi del 2014. Che la prassi usata non sia consueta, lo dimostra il fatto che contestualmente il prefetto della congregazione per la dottrina della fede, mons. Gerhard Ludwig Müller, è stato confermato senza alcuna indicazione temporale. Probabilmente, dietro la scelta del Papa c’è l’idea di rivedere competenze e funzioni dell’organismo, anche in vista del Sinodo straordinario dei vescovi sulla pastorale familiare che avrà luogo a ottobre a Roma.

Tutti i progetti bergogliani del cardinal Maradiaga

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