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La notizia è esplosiva. Tanto più se, restando alla metafora, a saltare fosse l’Europa e la sua moneta unica. Il parlamento di Cipro ha bocciato senza appello – 36 voti contrari, 19 astenuti, nessun sí – il controverso piano di salvataggio proposto da Ue e Fmi, che prevede un prelievo forzoso straordinario sui depositi bancari ciprioti per un totale di 5,8 miliardi euro.
Il no di Nicosia rimette in discussione l’aiuto economico per un totale di 10 miliardi di euro di cui il paese ha disperatamente bisogno soprattutto per ricapitalizzare le proprie banche ed evitare la bancarotta. Si tratta di un chiaro messaggio ai partner europei e internazionali: il Paese non intende sottostare ad una operazione percepita come un “ricatto” tedesco.

Proprio la Germania è in queste ore in difficoltà. Il caso Cipro ha fatto balzare agli occhi dell’opinione pubblica il discutibile approccio teutonico. Se nell’isola in strada si festeggiava il no del parlamento, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha lanciato un monito contro soluzioni ‘irresponsabili’ di fronte ad una situazione ‘grave’, mentre con un breve comunicato il presidente dell’Eurogruppo Joroen Dijsselbloem si e’ limitato a ‘prendere atto’ del no di Nicosia ribadendo che resta valida l’offerta presentata ieri, che prevede la possibilita’ di salvaguardare i conti sotto i 100.000 euro, aumentando il prelievo su quelli superiori a tale cifra.

Il no di Cipro apre ora scenari imprevedibili per tutta l’eurozona. Della situazione venutasi a creare a Nicosia con il voto di ieri sera discuteranno oggi a Bruxelles la Commissione Ue e rappresentanti del governo russo. L’incontro tra le due parti era già previsto, ma l’argomento Cipro è stato aggiunto in agenda espressamente da Mosca dopo gli ultimi sviluppi.
Lo stallo cipriota è fonte di grande preoccupazione. Il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha cercato di tranquillizzare i partner, ribadendo che la situazione di Cipro è unica e non ci sarà alcun prelievo forzoso dai conti correnti bancari in altri Paesi europei. Dijsselbloem ha peró reiterato che il prelievo è necessario e “inevitabile” per salvare Cipro.

Dal governo tedesco è giunto un monito: senza approvazione del piano da parte del parlamento, non sarà possibile far partire il pacchetto di salvataggio, ha detto Berlino. E Schaeuble ieri sera ha detto che pur ‘comprendendo” le persone che manifestano a Cipro “questo non ci deve portare a prendere decisioni irrazionali e irresponsabili”. Parole tardive e inefficaci, a ben vedere.

E adesso che il Parlamento cipriota ha scelto di respingere le condizioni offerte, la situazione si è fatta piú complicata anche per la liquidità, non solo delle banche, sull’isola. La Bce ha confermato “l’impegno a garantire la liquidità necessaria entro il quadro delle regole previste” a Cipro. Mentre per far fronte alla possibilità concreta di una scarsità di contanti, la Gran Bretagna è ricorsa ad un aereo della Royal Air Force (Raf) per trasportare sull’isola un milione di euro destinati ai circa 3.500 militari inglesi e alle loro famiglie residenti a Cipro. Immagini da guerra in corso. A Berlino e nelle capitali europee non immaginavano che l’Europa potesse saltare sulla mina Cipro.

Ora invece tutti gli scenari, anche i più drammatici, sono possibili. In Italia invece si discute di governo di minoranza e leggi per compiacere Beppe Grillo…

Cipro dice no al ricatto tedesco

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