Skip to main content

Cosa hanno in comune il rebetiko e lo spirito platonico legato alla formazione? Due pangee apparentemente distanti anni luce nella Grecia degli antichi e di quella post secondo conflitto mondiale che, nonostante macrodifferenze e abissi cronologici, possono far secernere una sintesi preziosa per combattere la mediocrità di questa post modernità. La prima è espressione e sinonimo di passioni incendiarie, quelle che hanno fatto la storia della Grecia, sin dall’antichità con eroi “armati” di spade o di filosofia, per giungere ai giorni nostri, con la liberazione dall’oppressione ottomana dopo quattrocento anni di schiavitù. Il rebetiko non è solo note in serie, seppur legate da abili mani e da vibrazioni elettrizzanti. Bensì miele dell’anima, dolcezza che si fa aspra per poi tornare un attimo dopo zuccherina e bella. Bellissima, intrigante, avvolgente e struggente. Come Ti simera, ti avrio, ti tora, in cui Vassilis Tsitsannis, l’indimenticato inventore del rebetiko ellenico, certifica che “meglio separarsi adesso, dal momento che la convivenza non funziona”. Paradigma del cuore, che si adatta all’amore di coppia, di amici, di tutto, compresa anche quell’Unione che esiste sulla carta ma non ancora tra le frontiere del sud mediterraneoRebetiko è una concezione: quella che il celebre musicista Manos Chatzidakis ha più volte definito come cardià tis Elladas. “Il rebetiko, – diceva – è espressione della storia della cultura greca. Il rebetis è l’uomo greco: un uomo coraggioso, compassato, che conosce la lealtà e la fratellanza”. Uno stile di vita e un modo di essere, prima che un’esperienza artistica legata al suono del bouzouky o alle note di un verso cantato. E dall’altro l’accademia platonica, la tenace e alta idea della formazione dei paedià, l’imprescindibile mossa per fare scacco matto alle chiusure mentali, agli ircocervi della non conoscenza, alle mura che si stagliano alte e pericolose perché sorde a domande e rilievi, a controtesi e dibattiti. Un immenso oceano di gomma, che si combatte con gli strumenti non di visioni filosofiche solo sulla carta, meramente accademiche e destinate a polverose biblioteche. Ma, proprio in virtù della concezione platonica, al confronto diretto con domanda e risposta, a quell’intuizione “formativa” di plasmare i nuovi alla comprensione e alla logica delle cose prima che alla conoscenza di testi e menti. I due elementi sono al centro della rassegna “La mia Grecia”, festival della cultura ellenica promosso a Roma in questi giorni dalla locale comunità ellenica e dall’associazione FuoriLuogo. Per tratteggiare contorni originali che scavalchino scenari classici o immagini recenti che l’impietosa cronaca ci offre. E per scartavetrare quella patina di supponenza verso un patrimonio al cui interno, invece, si trovano i germogli per far rifiorire una post modernità nata già appassita.

twitter@FDepalo

Rebetiko e accademia platonica: due pangee in soccorso della mediocrità post moderna

Cosa hanno in comune il rebetiko e lo spirito platonico legato alla formazione? Due pangee apparentemente distanti anni luce nella Grecia degli antichi e di quella post secondo conflitto mondiale che, nonostante macrodifferenze e abissi cronologici, possono far secernere una sintesi preziosa per combattere la mediocrità di questa post modernità. La prima è espressione e sinonimo di passioni incendiarie, quelle…

Grillo fa i conti: 568.832 euro per la campagna a 5 Stelle

"Le attività necessarie per la campagna elettorale del M5S, come l'allestimento dei palchi, sono state realizzate grazie al volontariato dei cittadini attivi. Tutte le altre spese connesse e correlate sono state sostenute grazie a circa 15mila persone che hanno donato in media poco meno di 40 euro a testa per un totale di 568.832 euro ad oggi". In un post…

Auguri e auspici della Cina per Papa Francesco

La Cina si congratula con Papa Francesco per l’elezione e si augura che assuma un atteggiamento “flessibile e pragmatico” nei rapporti con Pechino, secondo il portavoce del ministero degli esteri, Hua Chunying. “Ci congratuliamo con il cardinale Bergoglio per la sua elezione a nuovo Papa”, ha detto Chunying in una conferenza stampa a Pechino. Pechino e la Santa Sede non…

Xi Jinping uno e trino

La transizione al potere in Cina è conclusa. Con la nomina a presidente della Repubblica, Xi Jinping ha racchiuso nella sua figura le tre più importanti cariche della seconda economia al mondo: segretario generale del Partito comunista; presidente della commissione militare centrale, e quindi al comando delle Forze armate; capo di Stato. L'elezione L'elezione, affidata formalmente ai delegati dell'Assemblea nazionale…

Dal nome alla talare bianca. Il Papa dell'umiltà

Jorge Mario Bergoglio è il primo Papa gesuita della storia della Chiesa. Il primo ad aver scelto il nome di Francesco, come il santo di Assisi apostolo dei poveri, e come Francesco Saverio il santo gesuita e missionario spagnolo.Alla sua apparizione sulla loggia delle Benedizioni in San Pietro ha scelto di indossare solo la talare bianca. Ha rinunciato alla mozzetta…

La profezia sbagliata di Bergoglio: non ho chance...

"Non ho nessuna possibilità di diventare papa, l'età questa volta gioca contro di me". Jorge Mario Bergoglio, da ieri sera papa Francesco e successore di Benedetto XVI, era partito per Roma convinto che sarebbe tornato nella "sua" Argentina da cardinale. Lo aveva confessato lui stesso in un'intervista rilasciata prima del conclave a 'La Nacion'. Che oggi suona come una profezia…

Ecco come la stampa mondiale ha salutato Papa Francesco

Jorge Mario Bergoglio è il primo Papa gesuita, il primo delle Americhe, il primo Francesco. L'elezione al soglio di Pietro irrompe sui media planetari che dalla Gran Bretagna agli americani fino ai Paesi arabi aprono con l'arrivo del nuovo pontefice sottolineando come l'umile argentino, noto per il suo lavoro pastorale ora dovrà confrontarsi con i difficili dossier della Chiesa. Le…

×

Iscriviti alla newsletter