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In Europa, tra recessione e austerità, c’è anche chi la ripresa la vede dentro casa. Indovinare a quale Paese va il riferimento non è impossibile. La locomotiva dell’area euro, la Germania, sembra staccarsi dal resto del treno.

A febbraio il clima di fiducia tra le imprese tedesche ha registrato un netto miglioramento, l’indice della società di ricerche Ifo è salito a 107,4 punti, dai 104,3 punti di gennaio. “Si tratta dell’aumento più forte dal luglio 2012”, ha rilevato il presidente dell’Ifo, Hans Werner Sinn. “L’economia tedesca sta ritrovando slancio”.

Il problema, è che stavolta la ripartenza tedesca non sembra innescare miglioramenti che si estendano al resto dell’area euro. Anzi, solo ieri i dati delle indagini sull’attività delle imprese hanno mostrato un acuirsi del divario di dinamica tra Germania e Francia, le due maggiori economie dell’area: non è mai stato così elevato da 15 anni a questa parte.

E oggi le previsioni della Commissione europea, per quanto segnalando una attesa di stabilizzazione, con la recessione che dovrebbe lasciare spazio ad una graduale ripresa dell’area euro nei mesi a venire, hanno fornito spunti di inquietudine sulla crescente disoccupazione.

E proprio sul mercato del lavoro si trova ulteriore riscontro a questa lacerazione che si sta consumando nell’Unione valutaria: se per la media dell’area euro la Commissione europea prevede un tasso di disoccupazione al di sopra del 12% quest’anno e il prossimo, in Germania è invece attesa a meno della metà: rispettivamente 5,7 e 5,6% in 2013 e 2014. Ieri la società di ricerche Markit Economics, che effettua mensilmente una indagine sull’attività delle imprese, ha descritto al Germania come “la locomotiva sempre più solitaria dell’area euro”.

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