Skip to main content

Alla fine, la prevista, e per alcuni temuta, resa dei conti interna nella Lega non c’è stata. O per lo meno è stata rimandata. Ieri al primo incontro dei vertici leghisti dopo le elezioni, il segretario federale Roberto Maroni, dopo aver messo sul piatto le sue dimissioni, ha incassato la fiducia del Consiglio federale, riunito per oltre due ore in via Bellerio.

La posizione di Bossi

Ma non quella di un pezzo da novanta, Umberto Bossi, che alla proposta di accoglimento delle dimissioni di Maroni, pur presente in sala, non ha votato, mentre tutta la dirigenza leghista ha espresso un chiaro “no”. Ieri pomeriggio neppure i mal di pancia dei veneti, ancora scottati dal pesante calo di consensi, si sono rivelati apertamente. E alla fine l’unico a mettere in discussione il rinnovo della fiducia a Maroni è stato proprio l’ex leader Umberto Bossi, ma senza successo.

Il fondatore della Lega avrebbe affermato, durante il dibattito al Consiglio federale, che le dimissioni di Maroni dovevano essere “irrevocabili”, come furono le sue un anno fa. E ha aggiunto: “Bisogna andare al congresso” per eleggere un nuovo segretario federale. Un intervento, quello di Bossi, caduto nel silenzio. Fino al voto di riconferma della leadership, che Maroni ha incassato all’unanimità (tranne il suo e quello di Bossi, che non ha votato).

Perché Maroni è stato confermato

Maroni resta, spiega chi è vicino al segretario, per garantire la tenuta e l’unità del partito in un periodo di prevedibili future turbolenze interne. Una decisione presa anche in considerazione che si è alla vigilia delle importanti amministrative di Brescia, Vicenza, Treviso, Sondrio, Lodi che si terranno a maggio.
Ricevuto il mandato, Maroni ha condizionato la continuazione della sua leadership alla fine delle esternazioni delle divisioni interne. “D’ora in poi non voglio più che emergano spaccature, i panni sporchi si lavano in casa, avrebbe detto. Se c’è qualcosa che non va ce la diciamo tra di noi, per il bene di tutti”.

Lo scenario del Carroccio

Il mandato previsto dallo Statuto scade nel 2015. Ma è difficile ipotizzare che Maroni guidi la Lega effettivamente fino a quella data: la scelta imprevista di aderire al gruppo della Regione della Lista civica a suo nome, decisione che ha suscitato stupero e qualche polemica tra gli stessi leghisti, viene letta come un chiaro segnale che Maroni ha in mente, come del resto ha già anticipato, un progetto politico più ampio e che oltrepassa i confini storici della Lega.

L’attesa dei bossiani
Intanto, tra i “bossiani” della prima ora c’è chi assicura che la resa dei conti è solo rimandata e che “al cento per cento” il fondatore della Lega è pronto ad uscire dal Movimento prima di Pontida, il prossimo 7 aprile, per lanciare un nuovo soggetto politico.

Bossi isolato nella Lega di Maroni

Alla fine, la prevista, e per alcuni temuta, resa dei conti interna nella Lega non c'è stata. O per lo meno è stata rimandata. Ieri al primo incontro dei vertici leghisti dopo le elezioni, il segretario federale Roberto Maroni, dopo aver messo sul piatto le sue dimissioni, ha incassato la fiducia del Consiglio federale, riunito per oltre due ore in…

I numeri del Conclave

Sono 115, esattamente come nel 2005, i cardinali elettori che domani entrano nella Cappella Sistina per eleggere il successore di Benedetto XVI. I cardinali elettori, in realtà, sono 117, ma due di essi hanno deciso di non venire: si tratta dell'arcivescovo emerito di Giakarta, il gesuita Julius Riyadi Darmaatmadja, e dello scozzese Keith O'Brien, che ha comunicato la scelta di…

L'ultimatum di Obama alla Cina sui cyber attacchi

L'amministrazione del presidente Barack Obama ha chiesto alla Cina di fermare gli attacchi pirata ai siti del governo e delle aziende americane e di iniziare a collaborare per garantire degli standard di sicurezza su Internet. La notizia è stata diffusa dal consigliere per la Sicurezza della Casa Bianca, Thomas E. Donilon, e rappresenta la prima richiesta ufficiale, dopo una serie…

Il groviglio armonioso tra Bersani e Grillo

Il Pdl riapre la battaglia sulla giustizia ma nel giorno dell'arrivo a Montecitorio e Palazzo Madama dei primi parlamentari a 5 stelle, lo scontro politico è più caldo sull'asse Beppe Grillo-Pier Luigi Bersani. Il post di Imposimato Il comico genovese ha affidato ieri all'ex magistrato (ed ex parlamentare del Pds) Ferdinando Imposimato, ospite del suo blog, il compito di liquidare…

Qual è la banca preferita da Grillo e dai grillini in Parlamento

Niente agenzia del Banco di Napoli alla Camera o della Bnl al Senato. Per ora i parlamentari del Movimento 5 stelle che hanno deciso di aprire un conto a Roma lo hanno fatto presso la Banca Etica. Alcuni di loro lo comunicano via twitter o su facebook. "Oggi abbiamo fatto il conto corrente in BancaEtica - scrive Laura Castelli, neo…

Alle Falkland la maggioranza vuole lo status quo

Gli elettori delle Falkland, l'arcipelago delle Malvine per gli argentini, hanno confermato con una maggioranza schiacciante la volontà di mantenere lo status quo, ovvero la permanenza nel Regno Unito. Il referendum che si è svolto ieri, considerato "illegale" da Buenos Aires, si è concluso con il 99,8% di voti a favore. Dei 1.675 voti solo tre si sono espressi contro.…

Dimmi cosa “Ti piace” (su Facebook) e ti dirò chi sei

Seguendo la traccia dei "I like" su Facebook, è possibile capire razza, sesso, quoziente intellettivo e altre informazioni personali degli utenti del social network. Informazioni che poi vengono utilizzate da società di marketing e pubblicità. È quanto emerge da uno studio condotto dai ricercatori della Cambridge University insieme a Microsoft Research e pubblicato su Proceedings of the National Academy of…

Ecco chi sono i favoriti per diventare Papa

Da questa sera, con la prima fumata (nera) prevista attorno alle 20, parla solo il comignolo installato sopra la Sistina. Alle 16.30 i 115 cardinali elettori entrano in processione nella cappella affrescata da Michelangelo, e dall' "Extra omnes!" in poi sono tagliati fuori dal mondo. A quel punto solo i segnali di fumo, il loro colore, la loro tempistica daranno…

Groenlandia al voto guardando alle risorse naturali

La Groenlandia che va al voto guarda al sottosuolo. Le elezioni nell'isola che cinque anni fa con un referendum ottene una maggiore autonomia dalla Danimarca sono osservate con attenzione dalle cancellerie tanto in Europa, quanto in Asia. Le ragioni sono nelle ingenti risorse naturali che i cambiamenti climatici stanno rendendo più accessibili e la cui gestione è sempre più prerogativa…

Harvard setaccia le mail dei presidi degli studenti copioni

Harvard "spia" le email dei presidi di facoltà che risiedono nel campus per cercare di identificare da chi è partita la fuga di notizie sullo scandalo degli studenti 'copioni' (60 sono stati espulsi). Ed è polemica, "un passo fuori dall'ordinario" denunciano alcuni professori. "Sono scioccato e sgomento" mette in evidenza il professore di legge, Charles J. Ogletree. "A questo punto…

×

Iscriviti alla newsletter