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Un rapporto ufficiale reso noto ieri in alcune parti “non confidenziali” sull’attacco al consolato americano di Bengasi accusa pesantemente il Dipartimento di Stato americano per le gravi carenze in materia di sicurezza attorno alla sede diplomatica in Libia, bersaglio di un attacco l’undici settembre scorso da parte di un gruppo terroristico islamico costato la vita all’ambasciatore statunitense nel Paese nordafricano Christopher Stevens e ad altri tre agenti americani.
Il rapporto è stato scritto in tre mesi da una commissione indipendente incaricata dallo stesso segretario di stato Hillary Clinton. La Accountability review board (Arb) è giunta alla conclusione che i servizi segreti americani non disponevano, prima dell’attacco, “di alcuna informazione immediata e specifica di un’ipotetica minaccia terroristica contro il consolato”.

Il rapporto denuncia gli errori e le carenze dei due uffici del Dipartimento di Stato che avevano la responsabilità del dispositivo di sicurezza (al consolato di Bengasi) che si è rivelato largamente inadeguato per far fronte all’attacco dell’undici settembre.

A metà ottobre, Clinton aveva detto di assumersi la responsabilità della gestione e delle conseguenze di questo attacco. In due lettere inviate alla Commissione affari esteri della Camera dei rappresentanti e del Senato, Clinton scrive di accettare ognuna delle 29 raccomandazioni suggerite dall’Arb.

Il rapporto è stato consegnato dal Dipartimento americano al Congresso alla vigilia della prevista audizione dei responsabili del Dipartimento di Stato e del Pentagono sull’attentato di Bengasi. Hillary Clinton non parteciperà perché è malata da una decina di giorni. L’audizione del capo della diplomazia era prevista per domani ma sarà sostituita dai suoi vice, William Burns e Thomas Nides.

L’attacco di Bengasi? Colpa della sicurezza inadeguata

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