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Ecco chi sono i tre candidati alle primarie del Movimento 5 Stelle che, come per magia, sono scomparsi dalle liste.   Che strane Parlamentarie. Questa volta sembra non c´entrano i problemi tecnologici nei quali sono incappati gli utenti, ieri, all´apertura delle votazioni online dei grillini. Con loro grande sorpresa, tre candidati bolognesi non hanno trovato il loro nome nell´elenco finale dei 101 candidati. A presentare i malcapitati è l´edizione bolognese del Corriere della Sera: Ivano Mazzacurati, Alessandro Cuppone e Lorenzo Andraghetti, che “guarda caso – si legge sul Corriere – pare non fossero troppo graditi all´asse Massimo Bugani-Beppe Grillo, il capogruppo in Comune e il leader”. Lo testimoniano anche le voci interne al M5S, le quali ricordano che “Cuppone aveva preso le difese dell´esule ferrarese Valentino Tavolazzi; Mazzacurati era entrato in rotta di collisione con Bugani; Andraghetti era stato ‘segnalato´ ai vertici come elemento sgradito da alcune gole profonde vicine a Bugani”.

Strane sparizioni

È stato Mazzacurati a raccontare l´accaduto al Corriere: “Ho caricato il video di presentazione e fino a domenica era tutto a posto. A elezioni aperte ho scoperto che non potevo più essere votato: non ero più in lista. Ho chiesto spiegazioni, nessuno mi ha degnato di una risposta”. E a volerci vedere chiaro è anche la consigliera comunale “ribelle” Federica Salsi che, come si legge sul Corriere di Bologna, ha replicato: “Queste persone avevano a tutti gli effetti i requisiti. Mi piacerebbe che Grillo, Casaleggio o lo staff dessero delle motivazioni chiare su determinate esclusioni”. Ma le ragioni sono chiare allo stesso Mazzacurati: “Mi hanno escluso perché in passato ho avuto screzi con Massimo Bugani, il consigliere bolognese portavoce del Movimento. Grillo parla tanto di trasparenza, ma lui e i suoi non sono così democratici come vogliono far credere” ha dichiarato al Corriere.

Sicurezza e trasparenza

Le Parlamentarie del M5S stanno diventando per molti cittadini un grande delusione. Ne è convinto Valentino Tavolazzi, il primo escluso dal movimento: “Le scarse informazioni disponibili e le modalità di voto hanno impedito una partecipazione più larga e consapevole. Avremmo potuto consentire a milioni di cittadini cinque stelle di votare, invece le Parlamentarie stanno assumendo una dimensione parrocchiale”, scrive su facebook. “La sicurezza dei risultati è (non) garantita da un’azienda di comunicazione, non conosciamo il numero degli aventi diritto al voto, né è previsto un meccanismo di verifica obiettiva della correttezza dei risultati. I profili dei candidati sono accessibili solo dai votanti e da troppo poco tempo. Si può votare in orario d’ufficio o poco più”. Tutti metodi “inqualificabili in base ai valori fondanti per il M5S, quali trasparenza e partecipazione, con cui Casaleggio ha gestito questo primo giro di “democrazia dal basso” a livello nazionale”, conclude Tavolazzi.

 

Tutti i misteri delle Parlamentarie di Grillo

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Tutto a posto, niente in ordine

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Google sfida pure la Conferenza tlc di Dubai

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