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Nella grande galassia centrista e liberista disegnata oggi dal Corriere della Sera, e aggrappata a quella che Pierluigi Battista chiama la “scialuppa” di Monti, c’è un punto che si allontana. È quello di Oscar Giannino e del suo movimento “Fermare il declino” che si distanzia dal suo naturale alleato, Luca Cordero di Montezemolo promotore di Italia Futura.
 
Ieri il presidente della Ferrari, in un’intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera aveva aperto al Monti bis: “E´ necessario costruire una grande forza popolare, riformatrice e liberale, con l´obiettivo di dare consenso elettorale al percorso avviato da Monti”, impegnandosi personalmente perché il progetto abbia successo, senza rivendicare alcun ruolo o leadership. A questa presa di posizione, che di fatto scioglie la riserva su Montezemolo dopo (inutili?) mesi di suspense, sembra rispondere l´intellettuale Giannino.
 
In un post pubblicato ieri sera sul sito di Fermare il declino, viene detto che non è questo il punto. Ciò che conta non è ragionare su Monti, secondo l’associazione, ma sull’Agenda Monti: “Non ha senso parlare di Monti bis mettendo l’enfasi sul nome e perdendo di vista il contenuto dell’agenda Monti. Fermare il Declino non parte dalle persone ma dal programma, che si riassume in merito, concorrenza, mercato, trasparenza, legalità, libera iniziativa, flessibilità, meno burocrazia, meno spesa, meno tasse, meno debito”.
 
Fronti su cui, è il commento di Giannino&Co., “il governo Monti ha dato risposte insufficienti”. Per questo, dicono gli economisti animatori dell´appello Fermare il Declino, “in futuro qualsiasi proposta politica verrà da noi valutata sulla base di questi parametri e della credibilità, coerenza (che include la non compromissione con la vecchia politica) ed integrità di chi la propone”.

Tra Giannino e Montezemolo frizioni sul Monti bis

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