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Cresce la tensione nel Mediterraneo e dintorni. Gli Stati Uniti e la Lega Araba hanno annunciato domenica l´intenzione di organizzare un fronte contro Bashar al Assad per superare il blocco interposto dalla Russia e la Cina nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Washington e Parigi hanno lanciato l’idea di “un gruppo di amici del popolo siriano” per sommare sforzi nell’applicazione di sanzioni e riuscire ad avviare un processo democratico. La Lega Araba teme che il fallimento di una risoluzione di condanna possa dare ossigeno a Damasco per accentuare la repressione portando ad una guerra civile.
 
E c’è aria di guerra fredda in questa crisi. Il segretario di Stato Hillary Clinton, che non ha per niente nascosto il disaccordo verso la Russia, ha detto che si lavorerà per mettere in evidenza chi finanzia il regime ed invia armi. Parole che facevano riferimento agli accordi finanziari tra Mosca e Damasco.
Russia e Cina hanno messo il veto nel Consiglio di Sicurezza a una risoluzione promossa dalla Lega Araba nella quale si denunciava la repressione del regime e si esigeva una riforma politica. La Russia ha argomentato che la risoluzione dava la colpa ad una delle parti e lamenta che gli altri Paesi non abbiano tentato tutte le vie diplomatiche per superare il conflitto. E per dimostrare la buona disposizione, il ministro russo Serguéi Lavrov ha detto che incontrerà domani a Damasco Al Assad.
 
La tensione nelle strade però non si fa aspettare. Gli scontri nel Cairo si intensificano: è guerra tra gli oppositori e la polizia, dopo che 74 persone hanno perso la vita in uno stadio di calcio. Mentre in Kuwait stravincono gli islamici dell’opposizione per il rinnovo del Parlamento, conquistando 34 seggi su 50, dopo che il premier Nasser Al Sabah, alla guida del Paese da sette governi, ha dato finalmente le dimissioni. La crisi in Kuwait si è intensificata dallo scorso 17 novembre, quando migliaia di manifestanti sono entrati violentemente dentro il Parlamento.
 
E sembra non finire qui. Una guerra civile in Siria potrebbe unirsi ad uno scatenamento del conflitto in Iran. L’analista Charles Krauthammer ha detto al “The Washington Post” che una caduta del regime di Al Assad sarebbe per Teheran come la caduta del muro di Berlino: “come all’epoca l’Unione Sovietica, adesso il regime dell’Iran rimarrebbe senza parapetto”. Ecco l’interesse iraniano per la sopravivenza di Al Assad.

Siria, aria di Guerra fredda

Cresce la tensione nel Mediterraneo e dintorni. Gli Stati Uniti e la Lega Araba hanno annunciato domenica l´intenzione di organizzare un fronte contro Bashar al Assad per superare il blocco interposto dalla Russia e la Cina nel Consiglio di Sicurezza dell’Onu. Washington e Parigi hanno lanciato l’idea di “un gruppo di amici del popolo siriano” per sommare sforzi nell’applicazione di sanzioni…

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