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“Le donne sono la principale pietra d’inciampo nell’attività dell’uomo”, diceva Lev Tolstoj. Ma in un ambiente dove regna la meritocrazia questa riflessione dello scrittore russo dell’800 sembra essere scaduta. Gli uffici della Silicon Valley restano un mondo maschilista. Soltanto 5% delle imprese è stata fondata da donne o è diretto da esecutive femmine e 11% fa investimento. Ma non ci sono barriere quando una buona idea può dare successo ad un’impresa. È la regola della meritocrazia. In questo luogo di continue tormente creative, i guru sono quegli spiriti innovativi con il metodo giusto. Quali sono le donne della Silicon Valley?
 
“Disegnare software non è così diverso da disegnare vestiti” ha detto in un’intervista Marissa Mayer, la nuova direttrice esecutiva di Yahoo! Mayer, definita come una “freaky dell’informatica”, è una delle giovani che si sono lanciate verso sfide tecnologiche in un mondo con nuovi parametri di imprenditorialità. Mayer, di 37 anni, è stato il primo ingegnere che ha assunto Google come dirigente. Famosa non solo per il suo impeccabile disimpegno, ma anche per le grandi feste che organizzava nella costa di San Francisco. Anche con il presidente Barack Obama al Four Seasons. Mayer è stata spesso intervistata dalle riviste “Vogue” e “Glamour”.
 
Spicca anche Anne Wojcicki, cofondatrice di “23andMe”, un servizio online di test del DNA. E Sheryl Sandberg, capa di operazioni Facebook, che nel 2010 è stata protagonista di “Vogue”. Sandberg è una esecutiva del vertice che prende decisioni sulle strategie generali del social network. Sandberg ha ammesso che piange sulla spalla del capo Marck Zuckerberg quando le cose non vanno per il verso giusto, forse come è capitato con la quotazione in Borsa. Il suo impegno è anche politico: fa parte del consiglio di Women International, V-Day e Ad Council e lotta per i diritti delle donne. Una specie di femminista della Silicon Valley.
 
Tra le femmine della valle dei creativi c’è anche Sukhinder Singh Cassidy, già esecutiva di Google e fondatrice del motore di ricerca “Joyus”; Carly Fiorina, direttore di Hewlett-Packard; Meg Whitman a “eBay” e Carol Bartz a Yahoo! E Virginia Rometty, consigliere di IBM e a Padrasmee Warrior, capa della tecnologia a Cisco Systems. Quasi tutte vestite alla moda e orgogliose di sfruttare il loro genio al femminile. E pensare che nel vertice amministrativo della gestione del mitico Steve Jobs all’Apple non c’era neanche una donna.

Chi sono le donne (dirigenti) della Silicon Valley

“Le donne sono la principale pietra d’inciampo nell’attività dell’uomo”, diceva Lev Tolstoj. Ma in un ambiente dove regna la meritocrazia questa riflessione dello scrittore russo dell’800 sembra essere scaduta. Gli uffici della Silicon Valley restano un mondo maschilista. Soltanto 5% delle imprese è stata fondata da donne o è diretto da esecutive femmine e 11% fa investimento. Ma non ci…

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