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Il Consiglio Supremo di Difesa, riunito mercoledì al Quirinale, “guarda alla progressiva integrazione multinazionale delle Forze Armate nell´ambito europeo della Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC) come ad un passaggio ormai ineludibile nel processo di riorganizzazione e di potenziamento delle capacità di intervento del nostro strumento militare”. E´ quanto si legge nel comunicato diffuso al termine della riunione del Consiglio, cui hanno partecipato il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il presidente del Consiglio, Mario Monti e diversi esponenti del governo.
 
“Un´innovativa iniziativa italiana in tale settore potrebbe inoltre concorrere al consolidamento della coesione politica europea e dare impulso al processo di integrazione economica e istituzionale dell´Unione, che sempre più si rivela di importanza davvero fondamentale per il futuro del nostro Paese”, continua la nota.
L´esigenza di “integrazione multinazionale” delle forze armate europee viene giustificata “sulla base di un meditato approfondimento” in fatto di “riorganizzazione generale dello strumento militare, da avviare comunque in tempi ravvicinati, per adeguarlo allo scenario odierno e prevedibile nel futuro, finalizzandone la strategia, la struttura e i mezzi agli specifici compiti di prevenzione e di contrasto delle minacce emergenti e incrementandone l´efficacia complessiva rispetto alle crisi con le quali il nostro Paese potrebbe realisticamente doversi confrontare”.
 
I programmi di investimento da rimodulare
Il consiglio “concorda sulla necessità di avviare, in tempi contenuti, la razionalizzazione del sistema Difesa, al fine di eliminare ridondanze e inefficienze e correggere con ogni possibile urgenza l´attuale sbilanciamento delle componenti strutturali di spesa, che penalizza fortemente i settori dell´esercizio e dell´ammodernamento”.
“In questa fase – si sottolinea nella nota – durante la quale dovranno comunque essere garantite le capacità umane e tecnico-militari necessarie ad assolvere i prioritari compiti nelle missioni internazionali, potrà essere necessario rimodulare, laddove consentito dalla possibilità e dalla convenienza economica di mantenere in servizio i mezzi esistenti, alcuni significativi programmi di investimento”.
 
“Sono stati esaminati i teatri di crisi e le linee evolutive della situazione internazionale – si legge – con particolare attenzione ai prevedibili sbocchi dei grandi rivolgimenti sociali e istituzionali che stanno interessando aree anche di immediato interesse per l´Europa e il nostro Paese e ai possibili effetti della difficile congiuntura economico-finanziaria globale”.
“Ferme restando la rilevanza dell´impegno italiano per la sicurezza e la stabilizzazione e, in tale quadro, la validità dei compiti attualmente assolti dalle Forze Armate – si sottolinea – è stata confermata la necessità di proseguire nel processo già in corso volto a qualificare ulteriormente i contributi garantiti alle missioni internazionali, in modo da accrescerne l´efficacia, contenendone, nel contempo, gli oneri”.
La prossima riunione del Consiglio supremo di difesa è stata fissata per il 20 giugno prossimo.

Difesa, verso un esercito europeo

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