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Magdi Allam, vice direttore ad personam de Il Corriere della Sera, da oggi si chiama anche Cristiano. Nato al Cairo nel 1952 ha trascorso la maggior parte della sua vita in Italia. Qui, due giorni fa, ha rinunciato per sempre alla sua fede islamica, abbracciando quella cristiana.
Come la migliore tradizione vuole, durante la messa di Pasqua ha ricevuto il sacramento del battesimo, entrando di fatto nella comunità cristiano-cattolica romana. A celebrare il rito è stato Papa Benedetto XVI.
Sul suo sito il giornalista ha pubblicato una lunga lettera indirizzata ai più  curiosi, ma anche a tutti quei lettori che lo seguono da anni, dove spiega il percorso interiore che lo ha condotto “a scegliere la religione cattolica dopo una approfondita riflessione sull´incompatibilità dell´islam con i valori inalienabili”.
In realtà, dopo qualche riga, si scopre che l’epistola ha come destinatario il direttore del Corriere della Sera, Paolo Mieli. Qui Allam si abbandona al racconto “da privato cittadino”  di come ha ricevuto il dono della fede cristiana.
È dal suo sito il giornalista denuncia:
“… da cinque anni sono costretto a una vita blindata, con la vigilanza fissa a casa e la scorta dei carabinieri a ogni mio spostamento, a causa delle minacce e delle condanne a morte inflittemi dagli estremisti e dai terroristi islamici, sia quelli residenti in Italia sia quelli attivi all’estero. Ho dovuto interrogarmi sull’atteggiamento di coloro che hanno pubblicamente emesso delle fatwe, dei responsi giuridici islamici, denunciandomi, io che ero musulmano, come “nemico dell’islam”, “ipocrita perché è un cristiano copto che finge di essere musulmano per danneggiare all’islam”, “bugiardo e diffamatore dell’islam”, legittimando in tal modo la mia condanna a morte…”
Magdi Allam ha tentato di farsi portavoce di un “islam moderato”, denunciando l’estremismo e il terrorismo di matrice islamica. Ma, attraverso la sua esperienza, è arrivato a dichiarare pubblicamente che: “La radice del male è insita in un islam che è fisiologicamente violento e storicamente conflittuale”.
Per questo, la conversione.
La stampa araba non l’ha presa bene. Neanche questa volta.
Che risvolti avrà la vicenda in Italia?
Mandateci la vostra opinione a info@formiche.net

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