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Sono ripresi questa mattina alle 8.30 i colloqui sulla riforma del Lavoro fra governo e parti sociali. L´incontro di ieri sera, fra il ministro del Welfare, Elsa Fornero, e le confederazioni sindacali non hanno sbloccato la situazione. Durante l’incontro più che della spinosa questione dell´articolo 18, è stato soprattutto affrontato il tema degli ammortizzatori sociali. Oggi per tutto l´arco della giornata si sono succeduti gli incontri degli attori in gioco fino al tavolo formale delle parti slittato alle 17.
 
L´intesa appare lontana ma il premier citando Napolitano ha sollecitato: “Spero che sia la riunione conclusiva o quasi e – citando Napolitano – che prevalga l´interesse generale”.
 
Dalla Cgil, trapela: “Nonostante gli sforzi unitari per costruire una mediazione con il Governo, l´Esecutivo ha solo manifestato l´intenzione di manomissione dell´articolo 18. E´ più che fondato il timore che in realtà l´obiettivo del governo non sia un accordo positivo per il lavoro, ma licenziamenti facili”.
 
Ieri, il Presidente della Repubblica ha ricevuto Fornero e il premier Mario Monti per quasi un´ora, e precedentemente si era rivolto direttamente alle parti sociali, chiedendo di mettere da parte gli interessi particolari, di farsi carico “solidalmente” dell´interesse generale, insomma di arrivare ad un accordo sulla riforma.
 
Al momento il fronte sindacale si mostra compatto: “Stiamo discutendo e anche bene tra di noi, abbiano affinato delle proposte che domani metteremo in campo. Ci sono più accordi che disaccordi”, ha sottolineato in serata Bonanni. E l´argomento del confronto è “tutta la partita” della riforma del mercato del lavoro, “non c´è solo l´articolo 18”, sul quale “siamo tutti e tre per non toccare l´articolo 18 su discriminazioni e abusi”. Però sale la tensione nel mondo del lavoro. La Fiom ha scioperato oggi per due ore, a livello territoriale.
 
Sul tavolo del confronto ci sono tutti i temi della riforma, dagli ammortizzatori sociali all´articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Quest´ultimo resta uno dei principali nodi da risolvere. Il sindacato è consapevole che dovrà comunque lasciare sul terreno qualcosa.
 
Ma il punto che divide è quello dei licenziamenti per motivi disciplinari. Il modello al quale il Governo sta lavorando è quello tedesco. Il reintegro sarebbe garantito per i licenziamenti discriminatori. Per il licenziamento individuale per ragioni economiche ci sarebbe invece un indennizzo. Dovrebbe invece spettare al giudice del lavoro valutare, in caso di licenziamento per motivi disciplinari, tra il reintegro e l´indennizzo.

Riforma del Lavoro, ultimo round. Ma l'intesa appare lontana

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@DeBortoliF

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@quodlibet

si trovano autori, si creano fenomeni, giudice è il tempo #caroeditore @dammilamanina @platipuszen @ilmonolito

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