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Stamattina Kibaki, presidente del Kenya, è stato chiamato a convocare il Parlamento per la prossima settimana. Un segnale di speranza nel contrasto alla violenza che si è scatenata nel paese (che “ufficialmente” ad oggi avrebbe portato a 600 vittime). Nel frattempo, per evitare ulteriori spargimenti di sangue, il leader dell’opposizione Odinga cerca di tendere simbolicamente una mano all’attuale presidente, nonché avversario politico. “Siamo certi che il processo di mediazione sta per iniziare” – ha dichiarato Odinga durante una conferenza stampa, esortando i suoi sostenitori sparsi nel paese a non procedere a nuove manifestazioni pubbliche per assicurare un clima sereno durante la fase di mediazione. Ed è proprio a tale scopo che è atteso il ritorno in Kenya di John Kufuor, attuale presidente del Ghana, nonché dell’Unione Africana. Dopo un’iniziale secco “no al dialogo”, da ieri si iniziano a intravedere timidi spiragli di luce. Odinga, infatti, si direbbe anche disposto ad un governo ad interim fino a nuove elezioni. Kibaki, tuttavia, si è limitato a proporre un governo di unità nazionale, dichiarandosi disposto ad accettare la sua sconfitta elettorale solo dopo il riconoscimento formale da parte dei tribunali. Ragioni politiche o etniche? Dalle Nazioni Unite arriva una dichiarazione che rievoca lo spettro del Rwanda. Durante la Conferenza internazionale sulla regione dei Grandi Laghi si è ammesso che le ragioni che sottendono le recenti uccisioni sono “simili alla pulizia etnica e al genocidio”. Secondo noti gruppi per i diritti umani sarebbe stata proprio la polizia ad utilizzare una forza eccessiva e ingiustificata contro la popolazione civile. Ma la polizia nega. Intanto nella parte occidentale del Rift Valley, la roccaforte Odinga, sarebbero migliaia i Kikuyu (tribù di Kibaki) in fuga dalle loro case. Sono ore di attesa per conoscere la verità: nel pomeriggio, infatti, il segretario degli affari esteri David Miliband terrà un discorso pubblico in cui renderà noto il quadro ufficiale sulla situazione del paese africano.

Kenya: politica, etnia o solo strategia?

Stamattina Kibaki, presidente del Kenya, è stato chiamato a convocare il Parlamento per la prossima settimana. Un segnale di speranza nel contrasto alla violenza che si è scatenata nel paese (che “ufficialmente” ad oggi avrebbe portato a 600 vittime). Nel frattempo, per evitare ulteriori spargimenti di sangue, il leader dell’opposizione Odinga cerca di tendere simbolicamente una mano all’attuale presidente, nonché…

Costituzione italiana: invecchiamento precoce o meta illusoria?

Ha quasi 60 anni e, per quanto c’è chi si ostina a non ammeterlo, di rughe ne ha già fin troppe. “Ritengo particolarmente significativa – dichiara il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – l'iniziativa di consegnare una copia della Costituzione agli studenti dell'ultimo anno delle scuole superiori perché la possano meglio conoscere e far valere ai fini del loro pieno…

Hillary nervosa scivola sul fairplay

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Quando le cose vanno bene è facile sorridere e di sorrisi Hillary Clinton ha riempito gli schermi televisivi da mesi. Erano bei tempi quelli. Convinta di stravincere, coccolata dai sondaggisti che la davano in vetta a distanze siderali dal senatore Obama, l'ex-first Lady americana gongolava sorniona e serena. Oggi non sorride più e, nervosa più che mai, ha preso in…

Napoli: la vergogna infinita

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La situazione di Napoli non accenna a migliorare. Come già avevamo (purtroppo) scritto su Formiche a firma di Mario Signorino che ci aveva fornito un dettagliato dossier, i "mali" di Napoli si esternano con il fetore della spazzatura nelle strade, ma hanno origine nei palazzi del potere politico. Ci sono dei responsabili e hanno dei nomi. E' inutile che si…

Presto AliFrance

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Si sapeva da un pezzo, da più di un anno. Ora le indiscrezioni diventano più concrete. Sembra che il Gov. abbia scelto l'offerta dell'Airfrance per vendere sottocosto l'Alitalia. L'esecutivo, però, prende tempo. L'annuncio verrà dato con il prossimo anno, onde evitare scioperi in periodo di panettoni (come sosteneva a ragione il FT ieri). Speriamo che la vicenda si concluda presto,…

Il problema di Hillary? Comincia per B

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Il problema di Hillary? Comincia sempre per B, ma non è Barack, bensì Bill. In un arguto commento sul Washington Post, Eugene Robinson tratteggia un possibile futuro alla Casa Bianca tra il Presidente Hillary e il suo “First Lord”, Bill Clinton. L’esperienza sarebbe traumatica oltre che devastante. Clinton (lui) non è fatto per stare in disparte a tagliare nastri e…

Resoconto di metà mattina

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Sarkozy infiamma il dibattito mai sopito in Francia tra laici e religiosi. Leggendo i maggiori quotidiani d’Oltralpe, sembra che in realtà Sarkò non abbia nemmeno incrociato Prodi, durante la sua visita di ieri, ma che a Roma abbia visto solo il Papa. E’ lì, in Vaticano, che Sarkozy ha lanciato il suo sassolino nello stagno, tornando a parlare di “radici cristiane dell’Europa”…

Guardie e ladri all'irachena

Vi ricordate “guardie e ladri”? Quando si dice che “certi giochi non muoiono mai”! E, infatti, mentre i piccoli occidentali supertecnologici si preparano a chiedere a Papà Natale l’Ipod o l’ultima versione della Playstation, in Irak sono tanti i minori che, come Basmal (10 anni), chiedono ai loro genitori in regalo per Id al Adha (Festa del sacrificio) due vestiti: uno…

La carica dei 101: le notizie del 2007.

Skytg24 stamattina ha tenuto una conferenza stampa nell’Associazione stampa estera di viale dell’umiltà a Roma. Emilio Carrelli, direttore del canale satellitare di all news, ha commentato insieme al professor Renato Mannhaimer (Ispo) le 101 notizie che hanno scandito il 2007. Il sondaggio Ispo (Istituto per gli studi sulla pubblica opinione) si riferisce ad un campione di 1000 telespettatori scelto casualmente. Come…

Alitalia, la "pantomima" tutta italiana

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“Oh sì decideranno. Oh no non lo faranno. Secondo la migliore pantomima natalizia, il Governo italiano ha deciso di tenere alta la suspense durante le feste sul futuro della compagnia di bandiera Alitalia”. Queste le parole di oggi a firma Paul Betts sul Financial Times, edizione europea. Rincara la dose il corrispondente da Roma, Guy Dinmore, secondo il quale la scelta sarebbe già stata…

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