Skip to main content

Sarebbe bene spiegarlo ai falchi di Forza Italia che hanno sparato sul governo Letta per quasi tutto il tempo in cui è stato in carica. Grazie al (da loro) vituperato esecutivo del nipote di Gianni Letta, infatti, il loro capo supremo Silvio Berlusconi è diventato più ricco, molto più ricco. Di quanto? Di oltre un miliardo di euro. Quindi mentre i suoi adepti – o “utili idioti” per usare le parole di Angelino Alfano – tuonavano contro il primo inquilino di Palazzo Chigi, il Cavaliere di Arcore, condannato nel frattempo in via definitiva dalla Cassazione per evasione fiscale, si arricchiva in modo spropositato.

Come è successo? Merito dell’andamento della borsa proprio sotto l’odiato governo Letta. Dove il titolo della Mediaset, che Berlusconi controlla con oltre il 42% tramite la Fininvest presieduta dalla figlia Marina, è passato dagli 1,88 euro del 27 aprile 2013 (data dell’accettazione da parte di Letta dell’incarico affidatogli dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di formare il nuovo governo del dopo Mario Monti) ai 4,16 euro dello scorso giorno di San Valentino, quando il 14 febbraio 2014 lo stesso Letta ha rassegnato le dimissioni nelle mani dello stesso inquilino del Supremo Colle.

La corsa di Mediaset sotto il governo Letta è stata inarrestabile. Dopo un mese dalla sua nomina a premier il titolo era già balzato a 2,44 euro, per salire a 2,82 euro a fine giugno e schizzare a 3,23 a fine luglio. Il buon andamento di Piazza Affari ha contato, ma molto di più la circostanza che gli investitori internazionali non percepivano l’esecutivo Letta come ostile al core business berlusconiano. Fra agosto e settembre 2013 l’azione del gruppo tv rifiatava attorno ai 3-3,1 euro e poi ricominciava a galoppare: dai 3,61 euro a fine ottobre fino ai 3,85 della fine dello scorso gennaio, a 15 giorni dall’addio di Letta. Per chiudere, appunto, a 4,16 euro. Con un progresso totale di 2,28 euro, pari a un balzo di oltre il 100% durante l’intera vita del governo che ha preceduto quello in rampa di lancio di Matteo Renzi. Così che la quota Fininvest in Mediaset, pari a circa 485 milioni di titoli, si è apprezzata di 1,09 miliardi, passando da una capitalizzazione di 912 milioni a oltre 2 miliardi.

Chissà se il sindaco di Firenze sarà bravo come Letta e in grado di permettere al pregiudicato Berlusconi di più che raddoppiare il valore del suo impero. La cosa divertente è che, come raccontato da “Repubblica”, Berlusconi nel suo incontro con Renzi avrebbe chiesto al premier incaricato “garanzie” per Mediaset. Garanzie di guadagnare un altro miliardo? Per la gioia dei soliti inutili idioti.
 

Berlusconi: più ricco grazie a Letta

Sarebbe bene spiegarlo ai falchi di Forza Italia che hanno sparato sul governo Letta per quasi tutto il tempo in cui è stato in carica. Grazie al (da loro) vituperato esecutivo del nipote di Gianni Letta, infatti, il loro capo supremo Silvio Berlusconi è diventato più ricco, molto più ricco. Di quanto? Di oltre un miliardo di euro. Quindi mentre…

Tutte le proposte previdenziali del politico Passera

I “passerotti” stanno limando il documento programmatico che, con tutta probabilità, sarà divulgato in toto o in parte domenica prossima. Nel pomeriggio di domenica, infatti, all’Arancera di Roma, Corrado Passera svelerà obiettivi e uomini del suo progetto politico da tempo annunciato a spizzichi e bocconi in interviste, seminari pubblici e riunioni private, anche se restano incognite su strategia e posizionamento. IL…

I pidocchi e il Granduca

500 anni nasceva il Principe, l'opera del Fiorentino, maestro di filosofia politica. 400 anni fa, giusto in questi stessi anni, il Granducato di Toscana viveva uno dei suoi peggiori periodi. Il malessere economico, una profonda congiuntura, dovuta a una lunga serie di annate scarse dal punto di vista della produzione del grano, aveva reso impossibile per larghi strati della popolazione…

rinnovabili

Perché le rinnovabili non riescono a scalzare le fonti fossili

Leggendo articoli e relativi commenti su questo stesso sito, si ha la netta sensazione che in tema di energia si siano creati "partiti" fortemente ideologizzati. I due principali sono quelli, che potremmo chiamare "idealisti",  sicuri che la rivoluzione energetica delle rinnovabili sia ormai avviata e nulla la fermerà, e quelli che potremmo chiamare "scettici" che credono che non ci sia…

Il suk di Palazzo Chigi

Naturalmente tutto si aggiusterà. Ovviamente si troverà una quadra alla squadra di governo. E certamente un programma condiviso sarà scritto. Comunque il festival di dichiarazioni, riunioni, sotterfugi, annunci, avvertimenti e picci che si sono letti e visti in questi giorni stridono con quella ventata (fuffa?) di nuovismo vitalistico ed efficientista di cui si vanta il sindaco di Firenze che sta…

Che cosa pensano gli italiani e le italiane dell'Europa

Hai fiducia nel futuro dell’UE? Per il 51% degli europei la risposta è sì, una risposta che indica la diffusione di un cauto ottimismo, ma per gli abitanti del nostro Paese non è ancora tempo di dimostrarsi ottimisti, visto che si dichiarano fiduciosi solo il 40% di essi. La crisi infatti continua a dominare il pensiero degli italiani. Ma il rapporto dell’Eurobarometro Standard 80 riguardante l’Italia, appena reso noto,…

Lezione norvegese sulla sovranità

I sovranisti nostrani, nostalgici ormai residuali di qualcosa che non abbiamo mai davvero conosciuto, dovrebbero guardare alla Norvegia quale esempio preclaro di come un piccolo paese possa cavarsela assai bene nel difficile mondo globale, avendo dalla sua risorse naturali e una classe dirigente degna di questo nome. Diranno, i nostri sovranisti, che il nostro paese, pur difettando di petrolio e…

Ecco idee e programmi dei candidati al ministero dell’Economia

È la casella più importante e di conseguenza la più ballerina. Il Renzi I non si è potuto sottrarre al vorticoso gioco dei nomi che inevitabilmente investe ogni squadra di governo in fieri. Nel puzzle dell’esecutivo guidato dal segretario Pd, è il dicastero di via XX settembre ad aver attratto maggiori attenzioni da parte dei media. Perché è apparso subito…

Sanremo spaziale, canta Arbore e suona Abbado

I compiti all’Ariston li ha fatti ancora una volta Fabio Fazio, prima dell’arrivo della compagna di Festival birichina a distrarlo: un omaggio al maestro Claudio Abbado ad un mese dalla sua scomparsa con l’esibizione dell’Orchestra del Teatro La Fenice di Venezia diretta da Diego Matheuz utilizzando la bacchetta del maestro. LEGGI LO SPECIALE DI FORMICHE.NET SU ABBADO RIVEDI L'OMAGGIO A…

La Pinacoteca di Brera racconta Bellini e la sua Pietà restaurata

Il restauro della celebre Pietà di Giovanni Bellini, appartenente alla Pinacoteca di Brera, sarà l’occasione per ripercorrere la prima carriera del pittore veneziano, protagonista dell’arte rinascimentale italiana, attraverso il particolare angolo di visuale offerto dal suo modo di affrontare il tema del Cristo in pietà, che ricorre con frequenza nella produzione dell’artista e della sua efficientissima bottega. CHI ERA GIOVANNI…

×

Iscriviti alla newsletter