Martin O'Malley, governatore democratico del Maryland, lancia la sua battaglia contro le armi sulle orme del collega Andrew Cuomo, a capo dello Stato di New York. Secondo il Washington Post, O'Malley vuole dotare il suo Stato di una delle leggi meno permissive degli Stati Uniti, vietando le armi d'assalto (quelle usate, per esempio, per le sparatorie di Newtown e Aurora,…
Esteri
Kabul e Washington trattano sull'immunità ai soldati Usa
Si dovrà attendere la fine dell'anno per sapere se sarà concessa l'immunità ai soldati statunitensi che resteranno in Afghanistan una volta completato il ritiro delle truppe internazionali nel 2014. Di quanti militari resteranno hanno discusso venerdì a Washington il presidente Usa Barack Obama e il suo omologo afgano Hamid Karzai. L'immunità è uno dei nodi irrisolti dell'incontro che ha invece…
Le scintille ancora accese della Primavera araba in Tunisia
Sono passati due anni da quando Mohamed Bouazizi, un venditore ambulante tunisino, si è immolato per protestare contro la precarietà economica e gli eccessi del regime del presidente Zine El-Abidine Ben Ali. Per molti, la sua azione rappresenta la scintilla della Primavera araba. Un’ondata di cambiamenti spinti dallo scontento popolare, senza precedenti nella mappatura politica del nord dell’Africa. Dopo la…
La crisi del Mali, tra Jihad e Azawa
Quella odierna, in Mali, è una delle più gravi e pericolose crisi politiche sin dalla data dell’indipendenza dalla Francia, avvenuta nel 1960. Nell’aprile del 2012 un gruppo di guerriglieri, di cui alcuni con legami con la rete di Al Qaeda, è riuscito ad assumere il controllo di una vasta porzione geografica del territorio nel nord del Paese. Il fenomeno era…
Tripoli, Tunisi e Algeri guardano le frontiere
I primi ministri di Libia, Algeria e Tunisia hanno trovato un accordo nel fine settimana per garantire la sicurezza lungo i confini tra i tre Stati e sradicare il contrabbando di armi e droga. Il vertice tra il premier libico Ali Zeidan e i suoi omologhi si è tenuto nella città di Ghadames. Le misure concordate prevedono l'aumento dei posti…
Il nuovo impero del Mali
Guerra al terrore o guerra per l’uranio? Guerra per conto di Obama che vuole impedire un Afghanistan africano prima di uscire dall’Afghanistan asiatico? O un’altra avventura francese a difesa delle ultime vestigia dell’impero? L’intervento di Hollande in Mali viene criticato da più parti, alla ricerca di arrière pensée (non proprio nascosti del resto) e ammaestrati dai pasticci che ha provocato…
In Russia l'opposizione riprende fiato
La legge che blocca l'adozione dei bambini russi da parte di cittadini americani è stata uno choc per l'opinione pubblica di Mosca, scrive le Monde. Il provvedimento voluto dalla Duma come ritorsione per l'atto giuridico approvato dal Congresso Usa, con cui si colpivano gli interessi di una schiera di quadri amministrativi della Federazione corresponsabili secondo l'organo legislativo americano della morte in carcere…
Le prime mosse del premier giapponese Abe viste dalla stampa estera
Il nuovo governo giapponese muove i primi passi in linea con le indicazioni preelettorali di Shinzo Abe. Politica monetaria espansiva, revisione costituzionale e nuovo ruolo del Paese nella regione asiatico-pacifico. Questi i pilastri sui quali il leader liberaldemocratico intende dar vita all'azione futura dell'esecutivo nipponico. Annunci registrati con attenzione dalla stampa internazionale. Sui pacchetti fiscali e monetari che dovrebbero stimolare la crescita…
Ecco i veri motivi della guerra di Hollande in Mali
Fermare l'avanzata islamista. Difendere l'incolumità dei francesi presenti nel Mali. Proteggere gli interessi strategici di Parigi, tra cui innanzitutto l'uranio presente in gran quantità nella regione indispensabile al funzionamento del nucleare civile del Paese transalpino. Questi i motivi che venerdi hanno spinto François Hollande a rompere gli indugi e a impegnare, per ora in solitudine, la Francia in una operazione bellica che ha nella rapidità…
La strategia (europea?) di Cameron dopo le pressioni Usa
Cameron sposterà di un giorno il proprio discorso sull'Europa. Lo scrive il Financial Times sottolinenando come la data, il 22 gennaio, scelta dal primo ministro britannico per fare il punto sulla politica continentale di Londra coincideva con 50° anniversario del trattato dell'Eliseo, giornata cruciale per il calendario franco-tedesco. La settimana scorsa con l'intervento del dipartimento di Stato gli Usa avevano messo in guardia Londra…