Ah che mento, ah quel collo. Quella sera, che tripudio generale, complice l’oscurità che, propizia, scese costruendo l’occasione furtiva di là in disparte anche all’amante senz’arte né parte. Si fece piccolo l’amante e iniziò a scalare quel pendio che profumata e liscia, scopertissima e inarrivabile la pelle foderava, facendo magico. Ah quel mento, ah che collo. Quella sera s’avviò l’uomo…