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Non solo difesa e Ucraina. Asse Roma-Amsterdam anche sull'Africa

L’obiettivo comune è quello di implementare la collaborazione in settori dove l’Italia può dare le carte, come l’industria della difesa, soprattutto alla luce della situazione internazionale attuale che vede nella guerra in Ucraina uno spartiacque storico. Sullo sfondo un viaggio comune in Africa

Perché sarà il gas il piatto forte del vertice Meloni-Netanyahu

Roma e Tel Aviv, oltre ad essere potenziali punti cardinali sulla traiettoria del gasdotto EastMed, vantano una comunanza di strategie euroatlantiche e una proiezione comune circa la sicurezza dell’approvvigionamento energetico

Non solo Cpac. Ecco gli obiettivi transatlantici di FdI

Il bilancio della visita alla Conservative political action conference di una delegazione di parlamentari di Fratelli d’Italia, che è stata anche ricevuta dall’ambasciatrice Zappia. Marcheschi: “Torniamo dagli Usa con la consapevolezza del prestigio del governo”. Di Giuseppe: “Le relazioni tra Italia e Stati Uniti stanno crescendo sempre più, così come sta accadendo in Medio Oriente e nell’indo-pacifico dopo i viaggi del premier. La Via della Seta? Mi auguro si fermi”.

La Global Italy del governo Meloni secondo Pelanda

“Ciò che va notato dopo i viaggi di Giorgia Meloni è che l’Italia possiede una struttura istituzionale e diplomatica con una capacità di penetrazione commerciale ed economica molto più forte di quello che si pensava”. La Via della Seta? “Il memorandum con la Cina non verrà rinnovato”. Il bilaterale Italia-Usa? “Dovrà concentrarsi su quello di cui gli Stati Uniti hanno più bisogno, ovvero una convergenza militare molto superiore a quella che c’è”. Conversazione con il professore di economia e geopolitica Carlo Pelanda

Conservatori e Atlantici. Il Cpac di Trump spiegato da Carlo Fidanza (FdI)

Il capodelegazione di FdI al Parlamento europeo, presente a Washington per partecipare al Cpac, racconta in questa intervista a Formiche.net cosa è emerso dalla più grande manifestazione dei repubblicani che si tiene ogni anno negli Usa e inaugurata da Ronald Reagan nel 1974

Meloni torna da Abu Dhabi con più certezze. Ecco perché

Dal lato italiano spicca la soddisfazione per i bilaterali a Nuova Delhi e ad Abu Dhabi, andati “oltre le aspettative”. Non solo perché dopo il battesimo di Bali rappresentano il secondo step del presidente del Consiglio (in attesa del terzo negli Usa), ma anche per gli intrecci con dossier altamente strategici. Primo fra tutti la Via della Seta che è “ancora in via di valutazione”

Ricominciare e ricucire. Le ragioni di Meloni ad Abu Dhabi

Oltre alla firma della cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28, verrà siglato un accordo fra Eni e Adnoc che coprirà molteplici ambiti della transizione energetica. Per questa ragione è presente l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, a dimostrazione di una vivacità costante da parte del Cane a sei zampe che dal 2018 produce in loco 60mila barili

Come dare seguito alla visita di Meloni in India. I consigli di Armellini

“L’India? Un Paese economicamente molto rilevante. Ce ne siamo forse accorti in ritardo, ma stiamo provando a invertire la rotta”, spiega Antonio Armellini, vicepresidente esecutivo dell’associazione Italia-India. “La visita di Meloni? Interessante perché strutturata. Ovvero il presidente del Consiglio, il ministro degli Esteri e gli imprenditori: è questo il modello ideale di dialogo che dovrebbe avvenire con grande regolarità”

Su quali assi poggia il nuovo rapporto tra Italia e India

Il peso specifico indiano, composto dal suo Pil, dalla sua proiezione economica e da tutto ciò che di positivo può comportare per le imprese italiane, è un elemento particolarmente importante nel viaggio del presidente del Consiglio: l’idea è di stringere questo legame tra due penisole altamente strategiche, l’una nell’Oceano Indiano e l’altra nel Mar Mediterraneo

La campagna diplomatica di Macron in Africa (prima che sia troppo tardi)

Angola, Gabon, Congo. L’obiettivo mai celato di rialzare la testa dopo le battute a vuoto, complice anche un certo sentimento antifrancese in alcune ex colonie. Per arginare la crescente influenza russa nei paesi africani di lingua francese, che si somma alla penetrazione cinese per le materie prime

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