La coltivazione digitale di questi ultimi anni, che ha scatenato campagne di interferenza, influenza e ingerenza con l’obiettivo di polarizzare politicamente l’opinione pubblica, anche attraverso cybertrolling e batterie di bot, ha ormai i suoi “terminali tattici” in grado di organizzare sul campo il conflitto violento. L’analisi del fenomeno di Arije Antinori, professore di “Criminologia e Sociologia della Devianza” alla Sapienza di Roma