Finito nella lista nera degli Stati Uniti dal 1997, l’istituto di ricerca sul nucleare cinese ha utilizzato microchip statunitensi per decine di volte, nonostante Washington e le restrizioni all’export. Sfuggire alle sanzioni non è impossibile, ma dimostra quanto Pechino abbia bisogno del know-how occidentale, e che in 26 anni non ha voluto o non è riuscita a crearsi una filiera propria