“Il rapporto fra Meloni e Rutte è buono e credo che la posizione che il premier ha preso sui dossier principali sia molto netta e decisamente pro Ucraina, però l’Italia, assieme ad altri Paesi, dovrebbe pensare al dopo, cioè a come mettere fine a questo conflitto”. Conversazione con l’ambasciatore Rocco Cangelosi, già rappresentante permanente per l’Italia a Bruxelles e consigliere diplomatico del presidente Giorgio Napolitano
Trump
Progredire nel rispetto della legge. Kamala Harris e l'IA
La vicepresidente, prossima a raccogliere la candidatura dei Democratici, è sempre stata attenta al progresso tecnologico, purché regolamentato. Da presidente continuerebbe su questa strada, marcando l’ennesima differenza con Donald Trump
Come sarà la Nato con Rutte. Indirizzi e obiettivi secondo Nelli Feroci
“Rutte? Un’ottima candidatura, è un primo ministro e lo è stato per quasi 14 anni, alla testa di complicate coalizioni. La sfida più difficile? Gestire Trump. Ha il profilo ideale per essere il prossimo segretario generale della Nato. Cosa cambierà sull’Ucraina? Fronte complicato, la partita è politica”. Conversazione con il presidente dello Iai
Cento miliardi per Kyiv, così la Nato si prepara alla retromarcia di Trump. Parla Balfour
“Dare garanzie all’Ucraina con una prospettiva pluriennale significa riconoscere che la situazione della guerra in questa fase non è a suo favore e che è possibile un’offensiva russa nelle prossime settimane: la guerra durerà a lungo”. Conversazione con la direttrice del Carnegie Europe, Rosa Balfour
Il ko alle amministrative non basta per la ritirata di Erdogan. Le previsioni di Tzogopoulos
“Ora c’è l’opportunità per il Chp di imparare dagli errori commessi nel 2023. L’opposizione era stata unita contro Tayyip Erdogan, ma il suo programma politico era piuttosto frammentato. Le elezioni presidenziali del 2028 saranno diverse e molto più dure”. Conversazione con l’analista dell’Istituto Europeo di Nizza, George Tzogopoulos
Pivot in Ue e ponte verso gli Usa. Il ruolo di Meloni secondo Politico
“Il premier italiano è stato capace di realizzare un’impresa politica: convincere i leader occidentali del suo fermo sostegno all’Ucraina nella sua lotta contro la Russia, facendo leva sulla sua rispettabilità per raggiungere una posizione di leadership tra le forze di destra europee. Parla bene l’inglese e ha un modo informale vincente: alto esempio della diplomazia italiana”. Senza dimenticare che oggi lo spread è a 125: il differenziale Btp-Bund è ai minimi da novembre 2021
Trump ci ripensa su TikTok. Ora la minaccia sono Facebook e Zuckerschmuck
L’ex presidente americano era stato il pioniere della lotta al social cinese. Ma ha cambiato obiettivo, prendendosela con il proprietario di Meta, il cui cognome è stato storpiato negativamente. Congresso e Casa Bianca tirano però dritti e sono pronti a varare un disegno di legge con cui la piattaforma di ByteDance dovrà vendere le quote entro pochi mesi
Sì al commissario Ue alla Difesa. Pinotti spiega il perché
“L’Europa? Deve superare le gelosie nazionali e anche alcune impuntature. Noi non sappiamo come finiranno le elezioni americane, ma non c’è dubbio che la minaccia di Trump rivolta all’Ue va tenuta presente”. Intervista a Roberta Pinotti, già ministra della Difesa
Il Pd di Schlein? Senza visione, ma non basta cambiare leader. Parla Franchi
“Un anno di guida Schlein? Un salto rispetto alla storia del partito, giunto all’indomani di una sconfitta elettorale di enormi proporzioni. Non c’è stata l’identificazione di un mondo al quale ci si intendeva rivolgere e con cui ricostruire dei canali di collegamento e di contatto: penso in primo luogo al mondo del lavoro perché è importante farsi vedere alle manifestazioni della Cgil ma non basta”. Conversazione con l’editorialista del Corriere della Sera, Paolo Franchi
Così l'agenda G7 si fa virtuosa (anche per l'Italia). Parla Nelli Feroci
I Paesi del G7 sono importanti ma, ormai, destinati a svolgere un ruolo meno determinante nel contesto delle relazioni internazionali. Per cui sarà fondamentale cercare di mantenere una particolare attenzione verso quei Paesi che non ne fanno parte e che dovrebbero, nei limiti del possibile, essere quanto più coinvolti nelle decisioni del vertice stesso. Conversazione con Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto affari internazionali