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Alcoa, Passera gela tutti: “Caso quasi impossibile”

Proprio nel giorno in cui i sindacati impegnati nella vertenza Alcoa hanno giocato la carta della disperazione, cioè incontrarsi e chiedere l´aiuto dei leader dei partiti di maggioranza, il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera ha gelato tutti: “Quella vertenza – ha detto – è un caso quasi impossibile”. Parole pesanti che, se possibile, hanno reso la disperazione dei lavoratori ancora più evidente. Due di loro, infatti, sono saliti su un silos di 70 metri, lo stesso da cui erano partite le proteste del 2009 e sono arrivati a minacciare “gesti estremi”.
 
Questa mattina i sindacati, che si aspettavano di incontrare Alfano, Bersani e Casini seduti attorno allo stesso tavolo, all´ultimo minuto sono stati ricevuti separatamente e in luoghi diversi. Colpa di Bersani, hanno detto i suoi due colleghi, Alfano e Casini, che all´ultimo ha fatto saltare tutto. “Qualcuno – ha spiegato il leader Udc, senza far nomi in conferenza stampa ma facendoli prima, in privato, ai sindacati – ha ritenuto più opportuno fare incontri separati. Mi dispiace, è stata un´occasione persa”. Anche Alfano, al pari di Casini, ha manifestato “disappunto” per la scelta di Bersani, che invece ha preferito affidare al responsabile economico del suo partito, Stefano Fassina, i motivi della scelta.
 
Un incontro tra i lavoratori dell´Alcoa e i segretari di Pd, Pdl e Udc insieme “non è mai stato in programma”, perché un tal tipo di vertice, è stato il ragionamento di Fassina, avrebbe di fatto “tagliato fuori l´opposizione”, mentre questa vicenda non è “questione di maggioranza od opposizione, bensì riguarda tutti”. Insomma, il Pd avrebbe preferito non ascrivere alla maggioranza il forse già previsto fallimento della vertenza.
In realtà, non è che gli incontri separati siano stati un gran successo: dopo che tutti i partiti di maggioranza hanno garantito “il massimo dell´impegno e del sostegno” alle associazioni sindacali e promesso “di fare pressioni su Monti e Passera” per la composizione della vertenza il titolare del Mise, l´uomo verso cui dovevano essere rivolte “pressioni” dei leader politici ha espresso il suo parere. “Non dobbiamo nasconderci: la situazione dell´azienda di Portovesme è quasi impossibile, è di scarsissimo interesse per gli investitori e peraltro costa. Continuiamo a lavorare – ha aggiunto Passera – e intendiamo mantenere i patti” ma finora “non ci sono stati veri impegni per un´acquisizione”.
 
Il fatto che non ci sia un acquirente realmente interessato allo stabilimento è, del resto, il cruccio dei sindacati, che ascrivono però il problema a un quadro generale italiano “desolante”. “C´è uno scarsissimo interesse degli investitori nei confronti dell´Italia in generale”, perché “scontiamo un deficit infrastrutturale” che “fa il paio con l´altissimo costo dell´energia”, ha chiosato Marco Bentivoglio, segretario della Fim-Cisl. Nell´immediato, però, sarebbe stato almeno un lenitivo il “costringere” Enel, da parte del governo, a fornire energia allo stabilimento di Portovesme a una tariffa bilaterale concordata e vantaggiosa, tema su cui i leader di erano impegnati.
 
Per Alfano, infatti, “la questione ineludibile è quella del contenimento dei costi dell´energia, condizione essenziale per garantire competitività”, e per questo “occorre che il governo nazionale e le principali forze politiche creino le condizioni di contesto legislativo che consentano a nuovi investitori di farsi avanti”. Anche Casini ha espresso l´auspicio che “nelle prossime ore si materializzino manifestazioni di interesse per l´azienda. Nel frattempo il Sulcis non può essere abbandonato”. Bersani, infine, ha promesso l´invio di una delegazione del Pd a Portovesme e sottolineato che “bisogna concentrarsi di più sulla vicenda produttiva e sul lavoro, perché è vero che il rigore è necessario, che i conti pubblici vanno tenuti a posto e che lo spread è un problema, ma se restringiamo troppo la produttività non potremo più neanche tenere a posto i conti”.


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