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I veri sconfitti in Olanda? Sinistra, destra e sondaggisti

Secondo Gijs Schumacher, politologo della Southern Danemark University e della VU University Amsterdam, molti esperti concordavano sul fatto che le elezioni parlamentari olandesi avrebbero rafforzato il partito socialista e avrebbero quindi dato il segnale di un forte voto anti-euro.
 
Inoltre, gli analisti erano convinti che il centro politico sarebbe stato decimato e che ci sarebbe stato molto da dire sull’oscura combinazione dei partiti che avrebbero potuto formare il governo.
 
Tutte queste speculazioni e previsioni si sono rivelate completamente false. Inaspettatamente, i due partiti più grandi, i liberali e i laburisti, hanno ricevuto più di un quarto dei seggi e hanno accresciuto la loro quota in Parlamento rispettivamente del 6 e del 5%. Il partito liberale ha mantenuto il suo potere su quello laburista e quindi il suo leader, Mark Rutte, resterà quasi probabilmente al comando, in un governo di coalizione con il partito di centro-sinistra.
 
Il partito socialista di estrema sinistra è rimasto invece bloccato al 9,6% dei voti, sebbene molti sondaggi lo indicassero sopra al 20%. Il Partito della Libertà, radicale di estrema destra e guidato da Geert Wilders, ha subito una sconfitta ancora maggiore, perdendo 9 seggi dei loro 24.
 
Questo risultato è davvero speciale, soprattutto perché i sondaggi, anche il giorno precedente alle elezioni, erano in errore su una fascia che va dai 20 ai 24 seggi.
 
Naturalmente i sondaggisti hanno riparato sostenendo che molti voti strategici siano andati ai due partiti maggiori, dato che i media hanno descritto le elezioni sempre più come una battaglia tra i liberali di Mark Rutte e il leader del partito laburista, Diederik Samson. Di conseguenza, gli elettori potrebbero aver spostato i loro voti dal partito socialista a quello laburista.
 
D’altra parte, i sondaggi per gran parte dell’anno hanno dato molto più peso al leader socialista, Emile Roemer, rispetto a quello di Samson. La situazione tuttavia è cambiata nelle ultime settimane, man mano che Samson presentava una visione del futuro molto più solida e reale di quella del socialista. Con le elezioni per il rinnovo del Senato fra tre anni, liberali e laburisti potrebbero invitare solo un terzo partito nella coalizione di governo.
 
I partiti europeisti hanno ottenuto 110 seggi su un totale di 150, dando così al mondo l´impressione di aver assistito a delle elezioni del tutto a favore dell’Europa. Rimane comunque da vedere se il nuovo governo appoggerà politiche di austerità alla Merkel o più orientate alla crescita stile Hollande, perché questa impostazione rappresenta la differenza principale tra i due maggiori partiti.
 
 
e.m.


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