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Ecco come il Web salva l’editoria Usa

Mark Thompson, l’amministratore delegato in arrivo al New York Times ed ex direttore generale della Bbc, dovrà presto rispondere a una domanda molta diffusa tra gli analisti: “Continuerà a vendere ancora asset per concentrarsi esclusivamente sul brand Times?”.
The New York Times Co, il gruppo a cui fa capo il quotidiano New York Times, ha chiuso il terzo trimestre con un utile netto in calo dell’85%. Secondo l’agenzia Bloomberg, le vendite pubblicitarie sono scese del 9,8%. “I risultati del terzo trimestre – ha affermato l’amministratore delegato di The New York Times Co, Arthur Sulzberg – riflettono la persistente flessione sui ricavi pubblicitari, ma i ricavi totali sono saliti con l’espansione della base degli abbonati digitali. Il trend degli abbonamenti digitali resta solido e, alla fine del trimestre, gli abbonamenti a pagamento nella società si sono attestati a 592.000, in aumento dell’11% rispetto alla fine del secondo trimestre”.
 
Il caso del Boston Globe
Ma i risultati di un´altra azienda, il Boston Globe, possono offrire spunti molto interessanti per il futuro del gruppo americano e dell’editoria. Secondo i dati riportati dal Financial Times, da un anno a questa parte il quotidiano statunitense ha intrapreso uno degli esperimenti più insoliti del suo settore. Lo scorso settembre ha diviso il suo comparto digitale in due, separando il gratuito Boston.com da un nuovo sito, più simile alla versione cartacea, il BostonGlobe.com, per il quale è richiesto un abbonamento settimanale di 3,99 dollari.
 
Numeri rassicuranti
L’editore del Globe, Chris Mayer, afferma che la nuova strategia on-line ha aumentato i lettori del 10 per cento. Appena dopo un anno, Boston.com conta 6,1 milioni di utenti unici e il BostonGlobe.com conta 1,1 milioni di visitatori unici, di cui 600.000 sono i nuovi utenti. Alla fine di giugno The Globe aveva circa 23.000 utenti digitali, e la divisione dei due siti ha alzato del 14 per cento il numero dei lettori tra i 18-44 anni, assicura Mayer.
 
Integrare dunque crescere
Integrando abbonamenti digitali con abbonamenti cartacei, il Globe è riuscito in sei mesi a segnalare la prima crescita della diffusione dal 2004. Nonostante le sottoscrizioni siano aumentate, le entrate pubblicitarie però sono diminuite al New England media group. Nel gruppo, che comprende il Globe e il Worcester Telegram e la Gazette sono diminuite del 5,3%, mentre la diffusione è scivolata dell’1,9%.
 
Le strategie del Globe
Ma il Globe sta perseguendo una strategia di crescita più ampia, che ha aiutato le altre entrate a salire del 28,2 per cento nel secondo trimestre. L´anno scorso, il Globe ha lanciato eventi sponsorizzati, nuovi contenuti e iniziative, tra cui il lancio di “Radio BDC e la pubblicazione di libri elettronici. Inoltre, il gruppo ha presentato richiesta di utilizzare il dominio “.Boston”, sperando di gestire siti per sé, per organizzazioni no-profit e per la città di Boston. Quando la crisi del 2009, dopo trattative sindacali ha portato a ridurre i costi di 10 milioni, il Globe ha continuato a spingere sui suoi costi variabili. Il New York Times ha affrontato la crisi del debito invece con la vendita di beni tra cui About.com, alcuni suoi giornali regionali e una partecipazione nella squadra di baseball Boston Red Sox.
 
I soci invocano dividendi
Gli azionisti ora vogliono un nuovo dividendo. Ma per portare avanti i suoi piani di crescita digitali e internazionali il gruppo potrebbe aver bisogno di altri capitali. Sia che si mantiene il Boston Globe o no, gli investitori avranno bisogno di ulteriori ricavi da questa inusuale strategia.
 


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