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Effetto crisi in Grecia: dopo gay e musulmani, minacciati i reporter

“Voglio vivere in un mondo senza scomunicati, – scriveva Pablo Neruda – voglio che si possa entrare in tutte le Chiese e in tutte le tipografie”. Chissà cosa penserebbe oggi il Nobel per la letteratura cileno osservando i rigurgiti xenofobi che si moltiplicano nella culla della civiltà. Nella Grecia devastata dalla crisi c’è chi prende a catenate in faccia gli immigrati, chi propone un’associazione di Medici “con” frontiere, chi vorrebbe disseminare di mine antiuomo i confini nazionali. Come se lo scatto anti immigrazione potesse da solo risolvere trentennali problemi di malapolitica o far rifiorire una società che si sta drammaticamente chiudendo nel suo stesso odio. Ma tra mille e più penne genuflesse ai desiderata del potente di turno, che sia teleguidato dalla vecchia casta o minacciato dalle ronde di questi nazisti del terzo millennio, ce n’è una in Grecia che ha detto no. Si chiama Xenia Kounalaki, ed è autrice di un’inchiesta sul partito xenofobo greco di Alba Dorata. Nonostante le minacce ricevute non ha accettato di smettere di scrivere come le aveva suggerito anche la polizia. “Io vengo da una famiglia greca immigrata negli anni Sessanta in Germania – racconta la giornalista che ha ricevuto a Firenze il Premio Internazionale ISF per la Libertà di Informazione – Quindi ho una sensibilità particolare sul tema dell’immigrazione e sul modo in cui gli immigrati sono trattati”.

Ma come ha potuto uno spaccato di società mediterranea e tradizionalmente accogliente come quella ellenica, volgere lo sguardo in quel cono di violenza e restare così ammaliata da un movimento che brandisce spranghe e bastoni? La retorica xenofoba, riflette Xenia, è diventata “rilevante nel linguaggio ufficiale del Governo, dei due principali partiti, era popolare esprimersi contro gli immigrati. Questo linguaggio che dovrebbe essere marginale è invece diventato pian piano una comunicazione di primo piano, cosicché è stato facile per Alba Dorata radicarsi nella società, lentamente”. Ecco che la sottovalutazione di un disagio comune come la crisi economica nel paese da parte della politica che si dice democratica, oggi si è trasformata in urla roboanti da chi allestisce mense per poveri greci (e solo per loro), da chi minaccia e distrugge le bancarelle degli stranieri nei quartieri di Atene e Patrasso, e incita alla violenza da uno scranno in Parlamento. Ma non sono solo gli immigrati gli obiettivi degli adepti di Alba dorata: omosessuali, musulmani e anche giornalisti. Una troupe della tv di stato Ert pochi giorni fa è stata aggredita perché era riuscita ad avvicinansi ad una ronda che minacciava i commercianti stranieri nei sobborghi ateniesi.

Xenia non si è tirata indietro e ha ultimato la sua inchiesta. Spiega che il primo articolo che ha scritto “è la ragione per cui sono stata minacciata: era dedicato al modo in cui i giornalisti dovrebbero trattare questo partito, bloccarlo fuori dalla vita pubblica, non dovrebbe essere menzionato, mostrato in televisione, perché è totalmente assurdo parlare con persone che ammirano Hitler e si ispirano alle sue posizioni antisemite”. Il partito ha reagito minacciandola, sul sito di Alba dorata è comparso un articolo con dettagli anche personali, la sua età, i nomi e i volti dei suoi familiari. E con l’ultima frase in lingua tedesca che recitava: “Guardati le spalle, noi ti seguiamo”. Ma la giovane reporter ha terminato quel pezzo e l’ha pubblicato: contro il razzismo del terzo millennio.

Twitter@FDepalo



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