L’inviato delle Nazioni Unite e della Lega araba per la crisi siriana, Lakhdar Brahimi, ha lanciato oggi un appello per la formazione di un governo di transizione con pieni poteri in Siria, prima delle elezioni legislative. “Serve la formazione di un governo con pieni poteri che prenda la leadership durante il periodo di transizione. Questo periodo dovrà avere la sua fine con le elezioni”, ha detto Brahimi durante una conferenza stampa a Damasco.
In questo senso, la principale piattaforma dell’opposizione siriana si è detta aperta oggi a ogni tipo di transizione politica, purché siano esclusi il presidente Basharl Assad e gli esponenti del regime a lui vicini. “Accettiamo tutte le soluzioni politiche che non includano la famiglia Assad e quelli che hanno fatto del male al popolo siriano. Fuori da questo tutte le opzioni sono sul tavolo”, ha dichiarato Walid al-Bunni, portavoce della Coalizione nazionale siriana (Cns).
È dello stesso parere Parigi. “Bashar al Assad, che porta avanti una repressione sempre più feroce contro il suo popolo ed è responsabile delle 45.000 vittime di questo conflitto, non può far parte della transizione politica”, ha affermato il portavoce del Quai d’Orsay, Vincent Floreani.
Oggi la Russia ha smentito l’esistenza di un accordo con gli Stati Uniti che puntava a mantenere Assad al potere fino al termine del suo mandato nel 2014, senza possibilità di ripresentarsi.
Secondo una ong, il conflitto in Siria ha provocato più di 45.000 morti, due milioni di sfollati e più di quattro milioni di persone che hanno ormai bisogno di aiuti umanitari. Sul campo, oggi si è registrata l’ennesima giornata di sangue con l’esplosione di una autobomba alla periferia di Damasco, che ha causato, secondo la televisione di Stato, quattro morti e dieci feriti.