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E’ l’inflazione il nemico giurato della Cina

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I suoi tassi di crescita e i dati sull’avanzo commerciale fanno invidia alle economie occidentali, ma l’erosione del potere d’acquisto di una classe media ancora in fieri potrebbe essere il grande rischio per l’economia della Cina.

L’inflazione è generalmente diminuita lo scorso anno in Cina, attenuandosi al 2,6 per cento sulla media dei 12 mesi, ma ha rialzato la testa a dicembre complicando il quadro nel quale Pechino sta intervenendo per cercare di sostenere l’attività economica. Nell’ultimo mese dell’anno, secondo l’ufficio di statistica cinese, il caro vita è risalito al 2,5 per cento, dal 2 per cento di novembre, superando leggermente le attese degli analisti.

La media 2012 risulta comunque decisamente più contenuta dello 5,4 per cento registrato nel 2011. E dato che l’inflazione è una delle voci economiche a cui l’apparato dirigente cinese guarda con più attenzione, perché ritenuta fonte di possibili tensioni sociali, il calmieramento dei prezzi aveva avuto non poca rilevanza nel spianare la strada alle manovre dei mesi scorsi per rivitalizzare la crescita.

Le misure espansive, specialmente di politica monetaria, possono infatti avere come effetto collaterale quello di alimentare i rincari dei prezzi. Per questo un’inflazione in risalita potrebbe dissuadere le autorità dal proseguire strategia aggressive sul rilancio della crescita. Peraltro gli analisti si attendono che il caro vita continui ad accelerare in Cina nei prossimi mesi.



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