Il caccia F35 è “indispensabile” per la Difesa italiana. “Non esistono alternative adeguate” ed esso rappresenterà “la spina dorsale della forza aerea nazionale dei prossimi 40 anni”. Quanto ai problemi tecnici segnalati recentemente, come la vulnerabilità ai temporali, “sono normali in questa fase di sviluppo e verranno via via corretti”.
Finito nel mirino della campagna elettorale per i suoi alti costi (15 miliardi di euro per 90 velivoli), il programma Joint Strike Fighter è difeso a spada tratta dall’Aeronautica militare che oggi ha aperto alla stampa il polo di Cameri, dove verranno assemblati gli F35.
Presenti anche rappresentanti delle 60 aziende italiane coinvolte nel programma, capofila Alenia Aermacchi, che lanciano l’allarme dopo le ipotesi di tagli lanciate ieri anche dal candidato premier del centrosinistra, Pier Luigi Bersani: “Ridimensionare il programma sarebbe un disastro. L’Italia non puo’ restare fuori da questa partita”.
Lo stabilimento di Cameri ha già cominciato ad assemblare le ali degli F35. A luglio prossimo partirà l’assemblaggio del primo velivolo completo: la consegna è prevista per la primavera del 2015.