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La versione di Finmeccanica sulla commessa indiana

Il governo indiano non ha cancellato la commessa di elicotteri Finmeccanica, ma ha solo inviato una richiesta di chiarimenti che l’azienda italiana dovrà soddisfare entro una settimana. E’ su questa precisazione che si basa la linea difensiva adottata da AgustaWestland, controllata del gruppo e diretta interessata nella vicenda delle presunter tangenti come produttrice degli elicotteri militari venduti al ministero della Difesa di New Delhi.

Dopo le notizie diffuse ieri dall’India sull’avvio delle procedure per l’annullamento del contratto, che sono costate un altro 4% al titolo in Borsa, Finmeccanica è corsa dunque ai ripari. AgustaWestland, ha chiarito l’azienda, “è fiduciosa che sarà dimostrato che la propria condotta, così come quella dei propri vertici aziendali e dei propri manager che lavorano o hanno lavorato, è stata pienamente conforme alla legge”.

La società si adopererà dunque per dare una rapida risposta alle richieste indiane e chiarire quanto prima tutta la vicenda. Tanto più che i piloti indiani continuano il loro normale addestramento sui 3 velivoli già consegnati.
In ballo non c’è del resto solo la commessa in India. Con oltre 13mila dipendenti, AgustaWestland è uno dei fiori all’occhiello di tutto il gruppo, con ricavi che nel 2011 sono ammontati a circa 4 miliardi di euro, un portafoglio ordini di circa 12 miliardi di euro e con la consegna prevista in futuro di oltre 600 elicotteri e 300 kit. Un danno di immagine di simile portata potrebbe dunque costare caro, soprattutto mentre più agguerrita si fa la concorrenza di Francia e Inghilterra, con il primo ministro britannico David Cameron in visita in India proprio a pochi giorni dal viaggio di Francois Hollande.

Gli occhi restano intanto puntati sul prossimo consiglio di amministrazione di Piazza Monte Grappa, previsto per giovedì 21 febbraio. Superata l’emergenza nata con l’arresto di Giuseppe Orsi – che si è dimesso da presidente del Cda – e nominato il nuovo amministratore delegato Alessandro Pansa, in una situazione finanziaria che si fa ogni giorno più delicata, i consiglieri dovranno ora riprendere in mano i dossier più urgenti, ovvero quelli che riguardano le dismissioni di società controllate: Ansaldo Energia e Ansaldo Breda. Cessioni indotte dallo stato tutt’altro che roseo del gruppo e che ora appaiono come sempre più inevitabili ed anche in tempi non troppo lunghi. Da decidere non resta dunque il ‘se’, ma il ‘come’ e il ‘quando’, visto anche il momento politico e l’attesa per l’esito elettorale.


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