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Ecco come Soros studia Grillo

I social media stanno irrimediabilmente cambiando la politica in Europa e Beppe Grillo è una delle punte più avanzate di questo processo. Ad affermarlo è uno studio del think tank britannico Demos, interamente dedicato al “partito” a 5 stelle e agli elettori del movimento fondato dal carismatico comico genovese.

Il dossier è stato realizzato con il supporto della Open Society del magnate George Soros e il contributo di ricercatori dell’Istituto universitario europeo di Fiesole. L’obiettivo? Comprendere analogie e differenze del M5s con gli altri movimenti “populistico-digitali” presenti in Europa.

L’analisi è stata condotta partendo da un sondaggio effettuato attraverso Facebook su circa 1900 supporter grillini.

Grillo, l’antesignano politico del web
Beppe Grillo – si legge nello studio di Demos – è uno dei primi politici ad aver abbracciato questo cambiamento utilizzando i social media come mezzo principale di comunicazione, reclutamento e organizzazione. Il suo movimento è passato praticamente dal nulla a diventare una grande forza politica nel giro di tre anni. La nascita del M5s è stata annunciato da Grillo in un post sul suo blog datato 9 settembre 2009. Stelle polari del movimento l’assenza di luoghi fisici come le sezioni, nessun intermediario tra i cittadini e i rappresentanti eletti nelle istituzioni e l’assoluta trasparenza e onestà dei candidati ed eletti grillini, tra i quali non possono esserci persone con precedenti penali.
Molti di questi punti programmatici sono poi stati adottati da altre forze politiche.

L’identikit dell’elettore grillino? Uomo, istruito e disoccupato
Nel complesso, il sondaggio realizzato da Demos evidenzia che il 63% dei fan di Beppe Grillo su Facebook sono di sesso maschile e solo il restante 37% di sesso femminile – e ciò collima con altre ricerche esistenti in materia.

Inoltre i fan di Beppe Grillo su Facebook sono anche più vecchi dell’utente medio di Facebook. Il 64% dei fan ha più di 30 anni, rispetto al 51% di tutti gli utenti italiani del social network creato da Marc Zuckerberg.

Prevalgono tra loro fan disoccupati con un alto grado di istruzione. Poco più della metà degli intervistati – il 54% – ha detto che il loro più alto livello di istruzione era un diploma di scuola superiore (che è il 34,8 % al di sopra della media italiana). Questo potrebbe derivare dal fatto che – in generale – individui con livelli di istruzione superiore usano con probabilità regolarmente Internet per fruire di notizie e informazione politica. Tuttavia – si legge nel report – i fan Grillo su Facebook hanno un tasso di disoccupazione più alto rispetto al cittadino medio italiano (19% contro il 7,9%).

I social media: perno grillino di una nuova democrazia diretta
Grillo ha ripetuto molte volte da allora che non desidera creare un partito politico, ma piuttosto un nuovo movimento che cambi il sistema dei partiti politici in Italia e che dia più potere alla gente comune – una nuova versione di democrazia diretta.
I social media sono al centro di questa visione. Grillo ha un robusto seguito sui social media: quasi un milione di persone hanno messo “mi piace” sulla sua pagina Facebook e su Twitter il 6 novembre 2012 aveva 700.556 follower (ora oltre 900mila). In generale, i partiti italiani hanno sempre fatto un cattivo utilizzo di internet e dei social media. Per esempio (sempre facendo riferimento a dati del 6 novembre 2012) Nichi Vendola (Sinistra, ecologia e libertà) aveva 236.436 follower, Pierluigi Bersani (Partito Democratico) 146.088, Antonio di Pietro (Italia dei valori – Rivoluzione civile) 137220, Pierferdinando Casini (Unione di Centro) 71.900, e Roberto Maroni (Lega Nord) 5676.

Cifre che non reggono il confronto con quelle del comico genovese. Secondo la classifica di BlogItalia, quello di Grillo è di gran lunga il blog più letto in Italia e, secondo Alexa, il 7177mo sito più visitato e letto nel mondo e il 159mo in Italia.

Un successo che travalica i confini nazionali
Le implicazioni del successo di Grillo vanno ben oltre l’Italia. Molte delle preoccupazioni dei sostenitori del M5s sono condivise da persone in tutta Europa. Negli ultimi dieci anni, la fiducia nella Ue e i governi nazionali e il Parlamento è in una tendenza al ribasso in tutto il continente. Nel 2002, il 39% degli europei si fidava del proprio governo nazionale e solo il 42% del Parlamento. Questo, combinato con un calo d’iscritti ai partiti e un calo dell’affluenza alle urne, suggerisce che l’appeal dei movimenti come il M5s – che combinano una retorica anti-establishment, con modi intelligenti di usare mezzi moderni – potrebbe crescere in tutta Europa sostiene il dossier del think tank britannico.

Un nuovo modo di fare politica. Gli esempi europei
Gli analisti politici hanno a lungo sostenuto che la comunicazione di massa attraverso il web faciliterebbe l’azione collettiva, essendo in grado di mettere insieme gruppi su temi singoli, riducendo le barriere all’ingresso e quindi cambiando radicalmente la natura dei movimenti politici.
Nuovi movimenti sociali, analoghi al M5s, stanno emergendo utilizzando i social media per sfidare gli attuali partiti in tutta Europa in un modo impensabile dieci anni fa. L’inglese Defence League nel Regno Unito, il Partito Pirata in Germania, e il Movimento Occupy sono tutti esempi di movimenti che hanno utilizzato i social media per crescere rapidamente e creare un significativo impatto politico e sociale – tutti negli ultimi tre anni. Proprio come il Movimento 5 stelle.
Questo mix di virtuale e mondo reale è il modo in cui milioni di persone – in particolare i giovani – si riferiscono alla politica nel XXI secolo.

Virtuale e reale, il mix vincente
Naturalmente, secondo Demos i social media sono solo una parte della storia. Il successo di Grillo dimostra anche che la comunicazione e l’organizzazione attraverso internet non sono un sostituto dell’attivismo politico nel mondo reale, piuttosto qualcosa che lo può agevolare. Il M5s agisce anche a livello locale, e la sua forza sembra essere il modo in cui unisce attivismo online e offline in modo efficace. I “meet-up”, fatti di persone che si riuniscono e incontrano nelle loro comunità ogni settimana o giù di lì, sono fondamentali per il successo del movimento, che ha così modo di incidere su tematiche riguardanti la vita concreta, discusse poi nei consigli comunali e regionali.



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