Alla fine il cardinale Tarcisio Bertone è sbottato. Dall’annuncio delle dimissioni del Papa in poi sui giornali è stato un crescendo di analisi e retroscena sulle motivazioni delle dimissioni di Benedetto XVI e sugli scenari futuri del Conclave.
Dal passato sono riaffiorate vicende opache – lo scandalo della pedofilia, esemplificata dalle polemiche attorno al cardinale statunitense Roger Mahony, i problemi dello Ior, la fuga di documenti riservati – che potrebbero avere un ruolo nel presente e nell’elezione del successore di Ratzinger.
Il rapporto top secret
Molta attenzione ha attirato, in particolare, il rapporto “top secret” che tre cardinali incaricati dal Papa, Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi, gli hanno consegnato a conclusione di una indagine sui Vatileaks, riservata e senza limiti di mandato, parallela alla vicenda giudiziaria del maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele.
I servizi di Panorama e Repubblica
Il settimanale Panorama prima e il quotidiano La Repubblica poi, in particolare, hanno scritto – con stili e accenti diversi – che il documento fotograferebbe trame e cordate di potere interne al Vaticano e individuerebbe anche il ruolo di una “lobby gay” attiva nello Stato pontificio.
Le reazioni
La notizia è rapidamente rimbalzata su siti e giornali di mezzo mondo. E oggi, prima il portavoce vaticano, poi la segreteria di Stato – anch’esse con stili e accenti diversi – hanno denunciato il tentativo di fare “pressioni” e “condizionare” l’elezione del futuro Pontefice.
Le parole di Padre Lombardi
“Non abbiamo – e ce ne rallegriamo – da portare il dolore per la morte di un Papa amato, ma non ci è risparmiata un’altra prova: quella del moltiplicarsi delle pressioni e delle considerazioni estranee allo spirito con cui la Chiesa vorrebbe vivere questo tempo di attesa e di preparazione”, ha scritto padre Federico Lombardi nel consueto editoriale del sabato per Radio vaticana.
La reprimenda ai media
“Non manca infatti chi cerca di approfittare del momento di sorpresa e di disorientamento degli spiriti deboli per seminare confusione e gettare discredito sulla Chiesa e sul suo governo, ricorrendo a strumenti antichi – come la maldicenza, la disinformazione, talvolta la stessa calunnia – o esercitando pressioni inaccettabili per condizionare l’esercizio del dovere di voto da parte dell’uno o dell’altro membro del Collegio dei cardinali, ritenuto sgradito per una ragione o per l’altra. Nella massima parte dei casi chi si pone come giudice, tranciando pesanti giudizi morali, non ha in veritŕ alcuna autoritŕ per farlo. Chi ha in mente anzitutto denaro, sesso e potere, ed è abituato a leggere con questi metri le diverse realtà, non è capace di vedere altro neppure nella Chiesa, perché il suo sguardo non sa mirare verso l’alto o scendere in profondità a cogliere le dimensioni e le motivazioni spirituali dell’esistenza. Ne risulta una descrizione profondamente ingiusta della Chiesa e di tanti suoi uomini”.
L’intervento di Bertone
Con una iniziativa distinta, la segreteria di Stato del cardinale Bertone – e non, dunque, il Papa – ha diramato una dura nota a fine mattinata: “La libertà del Collegio cardinalizio, al quale spetta di provvedere, a norma del diritto, all’elezione del Romano Pontefice, è sempre stata strenuamente difesa dalla Santa Sede, quale garanzia di una scelta che fosse basata su valutazioni rivolte unicamente al bene della Chiesa. Nel corso dei secoli i cardinali hanno dovuto far fronte a molteplici forme di pressione, esercitate sui singoli elettori e sullo stesso Collegio, che avevano come fine quello di condizionarne le decisioni, piegandole a logiche di tipo politico o mondano. Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell’elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo. E’ deplorevole che, con l’approssimarsi del tempo in cui avrà inizio il conclave e i cardinali elettori saranno tenuti, in coscienza e davanti a Dio, ad esprimere in piena libertŕ la propria scelta, si moltiplichi la diffusione di notizie spesso non verificate, o non verificabili, o addirittura false, anche con grave danno di persone e istituzioni. Mai come in questi momenti, i cattolici si concentrano su ciň che č essenziale: pregano per Papa Benedetto, pregano affinché lo Spirito Santo illumini il Collegio dei cardinali, pregano per il futuro Pontefice, fiduciosi che le sorti della barca di Pietro sono nelle mani di Dio”. Il senso dei due interventi vaticani – ha poi precisato il portavoce vaticano Lombardi, in risposta alle domande dei giornalisti, nel corso di un briefing convocato all’ultimo nella sala stampa vaticana – “non vuole essere una condanna o un giudizio negativo globale indifferenziato” nei confronti dei giornali.