Lo tsunami elettorale che ha travolto l’Italia avrà conseguenze rilevanti anche per l’Agenda digitale? Per i grillini il termine Agenda digitale è troppo tecnico. In questi casi meglio parlare di “Informazione e digitalizzazione”. Convinti che l’informazione rappresenti il fondamento della democrazia, hanno elaborato un programma suddiviso in gruppi di lavoro (Stato e cittadini, Energia, Informazione, Economia, Trasporti, Salute, Istruzione) e condiviso in Rete.
È Alex Curti, responsabile del gruppo di lavoro sulla connettività del Movimento 5 Stelle, a spiegare al Corriere delle Comunicazioni quali sono le strategie del movimento sull’Agenda digitale.
Per lui il punto saliente dell’Agenda deve essere l’abbattimento del digital divide e il modo in cui questo si debba raggiungere: “Si tratta di mettere in campo uno sforzo congiunto per realizzare una Rete che raggiunga i cittadini per erogare servizi digitali amministrativi – lato PA – e servizi di connettività ed evoluti a pagamento – lato operatori”. A questo Curti aggiunge un trasparente ed efficiente utilizzo delle risorse comunitarie e un’ottimizzazione degli investimenti già messi in campo.
La questione Telecom
Arrivando al nodo centrale, ovvero la questione della statalizzazione della dorsale di Telecom di cui si parla nel programma pubblicato sul sito del movimento, il responsabile della connettività a Cinque stelle dichiara che quel programma, che risale al 2010, “in termini tecnologici appartiene ad ere fa”. Il programma di Grillo, alla voce “Informazione” prevede infatti la “Statalizzazione della dorsale telefonica, con il suo riacquisto a prezzo di costo da Telecom Italia e l’impegno da parte dello Stato di fornire gli stessi servizi a prezzi competitivi ad ogni operatore telefonico”.
Quel Tesoro della rete fissa e di nuova generazione
Ma “in tre anni è cambiato il mondo, non solo le tecnologie, – commenta Curti -. Ora c’è in ballo un possibile scorporo delle rete Telecom. Noi pensiamo che la PA debba riprendere in mano la palla di questa importante partita perché, come ho già detto, la Rete è l’infrastruttura abilitante non solo per i servizi ma anche per la cittadinanza. Si tratta di cose che noi già diciamo negli enti locali dove siamo presenti”.
In questi mesi sono in corso infatti trattative tra la Cassa Depositi e Prestiti (controllata al 70% dal ministero dell’Economia) e Telecom Italia per condividere la Rete fissa e sviluppare quella di nuova generazione. “Sui colloqui con la Cdp il gruppo, – ha assicurato il presidente Franco Bernabè – prosegue la negoziazione, ma il processo è lungo”.
Il ruolo della Cdp
Alla luce di queste considerazioni l’invito di Curti è che “la Pubblica amministrazione riprenda in mano la palla della questione relativa allo scorporo della rete Telecom Italia, non lasciando solo in capo all’operatore e alla Cdp la decisione finale”.
Quale ruolo possa poi svolgere la Cassa Depositi e Prestiti in queste e in altre vicende, anche per il tramite del Fondo strategico italiano, sarà uno dei nodi del prossimo governo.