L’esercito iracheno ha bombardato alcune postazioni di ribelli in territorio siriano, nei pressi della frontiera con l’Iraq. Lo riporta il sito di Russia Today, citando informazioni non confermate secondo le quali l’Iraq avrebbe aiutato le forze fedeli ad Assad a riprendere il controllo del posto di blocco di al Ya’robiya, che era occupato dai ribelli. Stando a quanto riferito da testimoni su Twitter, riporta sempre il sito dell’emittente russa, forze armate irachene sarebbero anche entrate in territorio siriano per aiutare le truppe regolari nell’operazione avvenuta ieri notte.
Quattro militari siariani feriti
Anche un corrispondente di al Arabiya ha confermato che alcuni obiettivi all’interno della Siria erano stati bombardati e che dei cecchini iracheni si erano appostati nei pressi della frontiera.
Quattro militari dell’esercito siriano, rimasti feriti nel corso dei combattimenti con le milizie ribelli nei pressi della frontiera irachena sono stati ricoverati in un ospedale nel nord dell’Iraq.”Vi sono dei feriti fra gli opposti combattenti in territorio siriano, ma in quanto forze armate irachene non abbiamo nulla a che vedere e non abbiamo interferito” nonostante alcuni colpi siano finiti in territorio iracheno, sottolinea il portavoce del Ministero, Mohammed al-Askari.
Le incursioni dell’aviazione siriana
Secondo fonti militari irachene sarebbero in corso dei violenti combattimenti alla frontiera e l’aviazione militare siriana avrebbe condotto delle incursioni nella zona. Stando alle organizzazioni siriane per la difesa dei diritti umani, l’esercito ha ripreso ieri il controllo del valico di frontiera di al Ya’robiya, abbandonando però altre due località della zona.
La posizione di Baghdad e degli altri Paesi arabi sul regime di Assad
Baghdad si è finora limitata a lanciare appelli per la fine delle violenze – e, su pressioni statunitensi, a ispezionare alcuni aerei provenienti dall’Iran alla ricerca di eventuali armi – ma al contrario di molti altri Paesi arabi non ha chiesto l’allontanamento dal potere del presidente siriano Bashar al-Assad.