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La manfrina europea su Basilea e stipendi d’oro

Niente accordo. Quella raggiunta dall’Ecofin è sì una “larga maggioranza” sulle nuove norme sui requisiti patrimoniali per le banche europee secondo le norme di Basilea 3 (Crd4) e in particolare del tetto ai bonus per i banchieri, ma quanto mai lontana da un vero accordo. E il perché dell’opposizione inglese al rafforzamento capitale delle banche non è un mistero.

Perché procedere in tal senso, deviando risorse importanti per lo stimolo dell’economia reale? All’Ecofin non è rimasto che dare mandato ai rappresentanti diplomatici dei 27 di andare avanti a lavorare “sui dettagli” nel tentativo di trovare l’appoggio anche del Regno Unito, contrario all’attuale proposta di compromesso.

La conferma di Grilli

Il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, lasciando la riunione del Consiglio Ecofin ha confermato, oggi a Bruxelles, l’accordo di massima raggiunto dai ministri dei Ventisette sul pacchetto per la modifica delle regole prudenziali e dei requisiti di capitale per le banche e i fondi d’investimento (il cosiddetto pacchetto Crd 4, che recepisce gli accordi Basilea III), che comprende anche una severa limitazione per i bonus di banchieri (la remunerazione variabile potrà essere al massimo il doppio di quella fissa, e solo se la maggioranza qualificata degli azionisti sono d’accordo). La decisione sul tetto degli stipendi ai manager sembra ancora più urgente dopo il referendum svizzero che si è tenuto domenica.

L’ammorbidimento di gennaio

A gennaio il comitato di Basilea aveva annunciato un consistente ammorbidimento della normativa sulla liquidità delle banche, destinata a entrare in vigore dal 2015. “E’ una decisione opportuna – ha scritto Andrea Resti della Bocconi – che accoglie alcune delle critiche avanzate nei mesi scorsi dagli osservatori (incluso il Banking Stakeholder Group dell’Eba). Ma è insufficiente, perché annacqua il cocktail senza modificarne la composizione. Se era cattivo prima (come implicitamente conferma l’intervento del Comitato), ora lo è un po’ meno. Ma difficilmente diventa appetibile”.

Un testo ancora migliorabile

“Abbiamo assolutamente approvato il testo, sulla proposta di compromesso, c’era una larga convergenza” dei Paesi favorevoli, “ma se poi in sede tecnica si riescono a trovare altri miglioramenti che possono portare a maggiore convergenza, anche nei Paesi che hanno posto problemi, è meglio”, ha spiegato Grilli. Ma, ha puntualizzato “la convergenza sulla proposta c’è”, e “il testo così com’è ha avuto la maggioranza” dei pareri favorevoli.

Le opposizioni al tetto per i top manager

Durante il dibattito all’Ecofin, il britannico George Osborne si è opposto proprio alle nuove regole sulla remunerazione del management. Si sa, inoltre, che ci sono reticenze anche da pochi altri Stati membri (Malta, Cipro e Repubblica ceca), non sufficienti e mettere a rischio la maggioranza qualificata necessaria per l’approvazione finale. Altri Paesi (Olanda, Lussemburgo, Romania), d’accordo sul testo, hanno comunque chiesto un periodo più lungo (12 mesi dall’approvazione finale) per il recepimento delle nuove regole, che l’Europarlamento vorrebbe entro l’inizio del 2014.

La ricerca del consenso

La presidenza di turno irlandese ha perciò deciso di negoziare ancora con il Parlamento alcuni “miglioramenti tecnici” su questi due punti, anche per mostrare (soprattutto a Londra) una volontà di accordo più consensuale, come ha chiesto in sostanza il ministro tedesco Wolfgang Schaeuble, ottenendo l’appoggio di vari altri ministri fra cui lo stesso Grilli.

L’adeguamento Usa alla normativa

“Secondo le mie informazioni gli Usa sono decisi a mettere in pratica le regole di Basilea 3 dal primo gennaio 2014”. Lo ha detto il commissario Ue Michel Barnier all’Ecofin.

Il commento di Schultz sull’opposizione inglese

Il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz ha espresso “profondo rammarico” per il mancato accordo all’Ecofin sulla direttiva Crd IV, che recepisce le norme di Basilea III. “I negoziatori del Parlamento europeo – ha sottolineato – ritengono che un accordo su tutti gli aspetti della legislazione, inclusa la questione del bonus ai banchieri, sia stato raggiunto”. Ricordato che il via libera al pacchetto può essere dato a maggioranza qualificata, Schulz ha esortato l’Ue, nonostante “le gravi difficoltà di un Paese membro (la Gran Bretagna, ndr) con l’accordo, a procedere: l’Unione Europea deve essere in grado di rispettare i suoi impegni con i partner internazionali sulla regolazione finanziaria”. Il presidente dell’Europarlamento si è poi detto d’accordo con il relatore Othmar Karas che, “in ogni caso, l’aula voterà questo tassello fondamentale della legislazione durante la sessione plenaria di Strasburgo”.



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