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“MyJihad”, la campagna dei musulmani moderati

“La mia jihad è mantenermi in forma malgrado una giornata occupata. Qual è la vostra?”, si legge su un cartellone pubblicitario con la foto di una signora con il velo che solleva pesi. Sugli autobus di Chicago è in corso una guerra a colpi di avvisi pubblicitari. Secondo il New York Times, al centro della contesa c’è la parola “jihad” che significa “lotta”. Per combattere la sua associazione con la “guerra santa” del terrorismo islamico, un’organizzazione di musulmani americani ha voluto promuovere un’interpretazione più moderata del concetto.

Ma la campagna “MyJihad” non è piaciuta a Pamela Geller, leader del gruppo filo-israeliano American Freedom Defense Initiative. Il suo annuncio di risposta mostra Osama Bin Laden e la frase “Uccidere ebrei ci avvicina a Dio”, attribuita alla rete televisiva di Hamas. Sotto c’è scritto: “questa è la sua jihad. E la vostra?”.

L’organizzazione della Geller era già ricorsa a settembre ad un tribunale per costringere la metropolitana di New York ad accettare dei cartelli con il seguente messaggio: “In ogni guerra fra la civiltà e i selvaggi, difendete l’uomo civilizzato. Sostenete Israele. Sconfiggete la jihad”. Proprio allora Ahmed Rehab, direttore del Council of American-Islamic Relations di Chicago, aveva pensato che era tempo per i musulmani di promuovere una interpretazione più pacifica del proprio credo.


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