Barack Obama avrebbe finalmente trovato una nuova occupazione per Susan Rice: l’ambasciatrice statunitense all’Onu potrebbe diventare il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente. Secondo il Washington Post, è di gran lunga il candidato favorito a succedere a Thomas Donilon.
Se così fosse, Obama dimostrerebbe ancora una volta la stima che prova per Rice, fortemente criticata per i commenti rilasciati nei giorni successivi all’attentato al consolato di Bengasi, lo scorso 11 settembre, ma sempre difesa dal presidente, che l’avrebbe voluta come segretario di Stato del suo secondo mandato. La netta opposizione dei repubblicani, però, aveva costretto Rice a rinunciare alla candidatura.
I repubblicani avevano criticato Rice per le dichiarazioni rilasciate dopo l’attacco di Bengasi, in Libia (quattro americani morti, tra cui l’ambasciatore Christopher Stevens): l’ambasciatrice, infatti, aveva inizialmente negato la tesi dell’attentato terroristico, prediligendo l’ipotesi della protesta “spontanea” contro il film anti-islamico ‘Innocence of Muslims’.
Secondo i repubblicani, lo aveva fatto per aiutare Obama, e non metterlo in difficoltà a meno di due mesi dalle elezioni presidenziali. A nulla erano serviti gli attestati di stima dei democratici e la difesa accorata del presidente, che aveva più volte ribadito che Rice aveva parlato a nome dell’amministrazione sulla base delle informazioni in quel momento disponibili: l’ambasciatrice, criticata anche dal New York Times per i suoi rapporti con i despoti africani, aveva così dovuto rinunciare alla candidatura per prendere il posto di Hillary Clinton.
La sconfitta politica di Rice, nel lungo confronto tra democratici e repubblicani sulla sua nomina, aveva fatto pensare che non sarebbe mai più stata candidata a un incarico di alto profilo. Ma per il quotidiano di Washington, che cita una fonte molto vicina al presidente, sarà probabilmente tra i più stretti e influenti collaboratori alla Casa Bianca entro la fine dell’anno. Un annuncio, secondo il giornale, potrebbe arrivare dopo che gli Stati Uniti avranno assunto la presidenza a rotazione del consiglio di Sicurezza dell’Onu, a luglio.