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Il mea culpa di Google dopo la multa per StreetView

Google ha accettato di versare una multa da sette milioni di dollari per avere collezionato senza autorizzazione dati da reti Wi-Fi attraverso i veicoli preposti a mappare le strade e fornire così il servizio Street View. Lo ha confermato il procuratore generale del Connecticut, che ha guidato un’indagine a cui hanno partecipato altri 38 Stati americani.

Sebbene abbia sempre sostenuto di non avere fatto nulla con i dati così raccolti, il gruppo di Mountain View, in California, ha accettato di offrire ai suoi dipendenti un programma educativo sulla tutela della privacy, pianificare una campagna di comunicazione su scala nazionale per spiegare ai consumatori come proteggere le proprie reti senza fili e le proprie informazioni personali. Google si è inoltre impegnato a proteggere ed eventualmente distruggere i dati raccolti dai veicoli Street View tra il 2008 e marzo 2010 in tutto il Paese.

Secondo Electronic Privacy Information Center, che tiene traccia di quanto accade nel mondo in tema di privacy, almeno 12 Paesi avrebbero avviato indagini sulla questione e almeno nove di loro hanno detto che Google ha violato le rispettive leggi.


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