Tempi duri per gli oppositori dell’euro-rigore. Con una fortissima maggioranza di oltre 500 voti a favore, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato, oggi a Strasburgo, il pacchetto di due regolamenti sulla governance finanziaria dell’Eurozona, che completano il quadro legislativo già stabilito con il Six-pack, entrato in vigore l’anno scorso e la sorveglianza multilaterale sui bilanci degli Stati membri e alle sanzioni per quelli che non rispettano gli impegni presi con la Commissione e i paesi partner, nell’ambito del Patto di stabilità.
Il quadro normativo del cosiddetto Two-pack, “benedetto” dal commissario agli Affari economici Olli Rehn, aumenterà ulteriormente i poteri di controllo della Commissione europea sulle previsioni di bilancio degli Stati membri incoerenti con gli impegni assunti per risanare i conti pubblici.
Un provvedimento che va soprattutto in direzione dei desiderata tedeschi, espressi da una cancelliera Angela Merkel contraria da sempre all’uso della spesa pubblica per stimolare la crescita.
Nel buio, una flebile luce: la creazione di un gruppo di studio che considererà la fattibilità degli eurobond, titoli di Stato comunitari.
E dopo le esortazioni del presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem a “rispettare gli impegni assunti” dagli Stati membri, le difficoltà della Francia di Hollande e e gli incontri tra Monti e l’ambizioso Bersani, il Consiglio europeo del prossimo 14 marzo si preannuncia tutt’altro che sereno.
FINANZIARIE AL VAGLIO DI BRUXELLES
Il primo regolamento del Two-pack, approvato con 528 voti contro 81 e 71 astensioni, prevede la presentazione a Bruxelles dei progetti nazionali di bilancio (le leggi finanziarie) entro il 15 ottobre ogni anno, per dar modo alla Commissione europea di valutarli preventivamente e, se necessario, presentare un parere o chiedere che siano modificati.
Il nuovo regolamento rafforza anche il processo del cosiddetto Semestre europeo con chiare regole sul modo in cui saranno applicate le raccomandazioni specifiche per ogni Stato membro, approvate in primavera, sulle riforme economiche da realizzare. Queste norme si applicheranno a partire da ottobre prossimo, per i bilanci del 2014.
SORVEGLIANZA PER I PAESI IN DIFFICOLTÀ
Il secondo regolamento del Two-pack adottato con 526 voti a favore, 86 contrari e 66 astensioni, riguarda l’applicazione delle norme sulla sorveglianza finanziaria multilaterale ai paesi dell’Eurozona in difficoltà.
Gli stati membri interessati possono essere quelli con severi problemi di stabilità finanziaria (deficit e debito pubblici fuori linea, attacchi della speculazione etc.), quelli sottoposti ai programmi della troika Ue/Bce/Fmi in cambio degli aiuti dei Fondi di salvataggio Efsf/Esm (oggi Grecia, Irlanda, Portogallo, e, seppure solo per la ricapitalizzazione delle banche, anche Spagna) e i paesi che siano nella delicata e ancora vulnerabile fase di uscita dai programmi di assistenza finanziaria (il primo dovrebbe essere l’Irlanda).
UN GRUPPO DI SAGGI PER ALLEGGERIRE IL RIGORE
Grazie agli emendamenti del Parlamento europeo, il secondo regolamento non contiene solo prescrizioni di rigore finanziario, ma anche disposizioni e meccanismi progettati per evitare che la potenziale ripresa economica sia annichilita delle politiche di austerità imposte in cambio degli aiuti dei cosiddetti fondi salva-Stati.
Inoltre, l’Europarlamento ha ottenuto dalla Commissione europea, in cambio dell’approvazione del Two-pack, l’impegno a creare un gruppo di saggi che emetterà un parere sulla fattibilità di un sistema di eurobond, e in particolare di un Fondo di ammortamento (Redemption fund) per gli Stati membri con debito pubblico oltre il 60% rispetto al Pil. Una condizione che la Germania ha cercato di ostacolare in tutti i modi, e che comunque appare per ora alquanto inoffensiva, anche se la Commissione si è impegnata a “agire in modo appropriato sulla base delle conclusioni” del rapporto dei saggi.
UNA SPERANZA PER L’ITALIA, PAROLA DI VERHOFSTADT
Come ha spiegato il capogruppo liberaldemocratico, Guy Verhofstadt, il fondo d’ammortamento “sarebbe l’unico modo per abbassare i tassi d’interesse suoi titoli di debito pubblico per Spagna e Italia e altri paesi membri” che oggi pagano rendimenti troppo alti.
“L’Italia, ad esempio, ha duemila miliardi di euro di debito: se pagasse anche solo un punto percentuale in meno di interessi avrebbe a disposizione 20 miliardi all’anno, da investire nell’economia, in iniziative di crescita. Sarebbe una bolla di ossigeno per ogni paese oggi sotto il peso della crisi”, ha concluso l’ex premier belga.