Pacta sunt servanda. Cosi’, in latino, il politologo Edward Luttwak commenta in un’intervista al Corriere della Sera la decisione italiana di non far tornare in India i marò: “I patti si rispettano, l’episodio compromette la credibilità del Paese”.
“E’ mille volte peggio del caso Ruby – spiega l’analisi di geopolitica – E’ inutile che il governo Monti adotti patetiche scuse giuridiche, quei marinai devono tornare in India. Spero che il presidente della Repubblica intervenga e rovesci la decisione del governo ristabilendo il rispetto delle regole base della vita internazionale”.
“Facciamo un passo indietro – aggiunge al Corriere della Sera – il governo italiano ha chiesto agli indiani di rilasciare i due marò e i giudici hanno detto di sì. La corte del Kerala aveva stabilito una cauzione molto alta ma la Corte Suprema ha detto che i marinai dovevano essere rilasciati perché lo Stato italiano garantiva per loro, dava la sua parola. Se la cauzione fosse stata pagata allora il non ritorno dei marinai poteva avere conseguenze diverse perche’ i soldi potevano essere considerati una sorta di riscatto. Ma così non c’è scampo”.
Agendo in questo modo, aggiunge Luttwak, “il governo italiano ha compromesso lo Stato italiano, la sua credibilita”. La scelta ha conseguenze anche sull’ambasciatore italiano in India: “Per questa Corte suprema se l’Italia non rida’ indietro i marinai si mette fuori dalla legge. Siccome lo Stato è fuorilegge non esiste piu’ l’immunita’ per l’ambasciatore perche’ rappresenta un Paese illegale”.