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Fermiamo la guerra della Germania a Cipro

“Mi auguro che qualunque governo nasca in Italia, abbia il coraggio di dire ciò che né Grecia né Cipro hanno detto – osserva Dimitri Deliolanes, da trent’anni corrispondente in Italia della tv di Stato ellenica Ert – ovvero che la linea politica tedesca sta distruggendo l’Europa”. All’indomani della proposta di tassare i correntisti di Cipro per concedere il prestito da dieci miliardi di euro, è panico in tutto il continente. Ecco la conversazione con Deliolanes.

La proposta europea non è in contrasto con il principio continentale della libera circolazione di capitali?

E’ in contrasto con qualsiasi concetto di buon senso e di ragionevolezza. Abbiamo a che fare con gente che non si sa se è tanto furba da risultare poi imbecille, o se tanto imbecille da pensare di mascherarsi solo da furbi. In svariate occasioni il ministro tedesco Schäuble ha ribadito che Cipro non è sistemica, per cui la possibilità di un suo fallimento sarebbe tranquillamente assorbita dall’eurozona. Invece a borse aperte registriamo la proposta choc. L’Unione ha bisogno di una svolta radicale, contrariamente non potrebbe andare avanti.

Dopo aver salvato a suon di miliardi Grecia (ben 240), Spagna e Portogallo, ora la doccia fredda su Cipro per una cifra ben inferiore: un preciso messaggio da parte della Germania?

Siamo dinanzi a una guerra tedesca contro un piccolo Paese, per ragioni di concorrenza finanziaria. Dopo l’invasione turca, Cipro negli ultimi 30 anni ha basato la propria economia sull’intermediazione finanziaria, oltre che sul turismo, perché per un Paese piccolo e con poche risorse le strade da seguire erano poche. C’è riuscita, ma adesso il Paese più forte dell’eurozona, senza vergogna, si permette di scatenare una guerra frontale.

Su Twitter hai appena scritto che ti stupisce il silenzio italiano per le mostruosità tedesche: troppo occupati con movimenti e poltrone?

Le elezioni italiane dimostrano che in un Paese importante dell’Ue, che non è come Grecia o Cipro, la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica ha capito perfettamente che il gioco dell’austerità tout court non porta ad alcun sviluppo per i cittadini, ma fa arricchire solo quelli che sono già ricchi. Mi piacerebbe che il nuovo governo, qualsiasi esso sarà, abbia il coraggio di fare quello che purtroppo né la leadership greca né quella cipriota hanno fatto: far presente al ministro Schäuble che se insisterà su questa strada resterà isolato. E replicare al bluff tedesco con un controbluff, per far comprendere una volta per tutte che la loro ricchezza esiste in quanto esiste l’intero edificio del continente: importante e da preservare. Se poi è disposto a farlo saltare in aria, trasformandolo in strumento imperiale per i tedeschi, noi non ci stiamo.

Quanta connessione crede vi possa essere nell’affare cipriota con i dossier risorse sottomarine (al centro già di un accordo tra Nicosia e Tel Aviv), con il condotto South Stream e le interferenze turche?

E’ evidente che su operazioni così aggressive e spregiudicate di carattere economico e finanziario vi sono conseguenze politiche molto gravi. Se Cipro dovesse perdere gran parte della propria funzione, anche politicamente si verrebbe a trovare in una posizione di notevole debolezza nei confronti del potente vicino e occupante turco. Circa la partita sugli idrocarburi siamo in una fase decisamente delicata che non riguarda solo Cipro quanto la vicina Grecia, dal momento che il governo di Atene sembra propenso a portare avanti, in qualsiasi modo, lo sfruttamento dei giacimenti sottomarini. E per questo suscitare le ire che già sappiamo mai placate della Turchia, che come è noto ha delle posizioni non comuni sulla Zee e sullo status del mar Egeo. Non so se vi sia una precisa strategia dietro, ma come hanno sottolineato parecchi osservatori americani questo particolare angolo del mondo, che non è propriamente un modello di stabilità, in virtù di tale visione economica “banditesca” che da qualche anno si sta imponendo, si creano delle variabili destabilizzatrici molto serie. Un altro motivo per cui si realizzi il mio auspicio: che qualunque governo abbia l’Italia, abbia il coraggio di fare ciò che altri non hanno saputo fare, vuoi per dimensioni o per volontà politica. Ovvero sbattere in faccia ai tedeschi la realtà: che la loro linea sta distruggendo l’Europa.

@FDepalo



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