Il forcing istituzionale e imprenditoriale sta per dare finalmente i frutti. Dopo gli appelli di Confindustria, le attenzioni del Quirinale e le parziali aperture della Commissione di Bruxelles, anche il Tesoro apre uno spiraglio per fornire liquidità indispensabile alle aziende che attendono i pagamenti di Stato ed enti locali.
Il ministero del Tesoro è pronto per procedere con un provvedimento d’urgenza per sbloccare i debiti della pubblica amministrazione dopo il via libera della Ue a maggiori margini di flessibilità sulla riduzione del deficit. Lo ha affermato il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, in un’intervista al Sole 24 Ore.
L’ipotesi di un decreto
“Dopo il via libera della Commissione europea non vedo ragioni per non procedere con un provvedimento d’urgenza per sbloccare i pagamenti della pubblica amministrazione”, ha detto Grilli. Alla domanda se sarà fatto un decreto, ha risposto: “Da parte mia non vedo ostacoli, il ministero dell’Economia è pronto, ci sono ancora molti aspetti tecnici da definire e la decisione sullo strumento da adottare non tocca a me. Ma se è vero – prosegue – che siamo davanti a un’emergenza, e io credo che sia vero, è giusto partire prima possibile. Ci stiamo lavorando con la massima urgenza, poi toccherà a Monti decidere quando spingere il bottone”.
I margini di Bruxelles
“Se oggi la Commissione ci dà margini più ampi sulla valutazione di questi debiti ai fini del conteggio del deficit e su debito, ciò avviene perché in questo anno abbiamo messo ordine nei nostri conti, fino all’uscita dalla procedura di deficit eccessivo – ha spiegato Grilli – Ora possiamo mettere in campo risorse dirette quindi non vedo difficoltà insormontabili nell’intervenire con urgenza.
Ovviamente servirà anche un consenso ampio del Parlamento perchè un’eventuale decreto dovrà comunque essere convertito in legge dal Parlamento. Qui si tratta di cambiare, anche se solo una tantum, i saldi di bilancio, non è un’operazione banale”.
Il controllo ex post del Tesoro
Grilli precisa che da parte del Tesoro non verranno messi “inutili” ostacoli o complicazioni burocratiche: “Sarebbe assurdo chiedere alle amministrazioni di mandare milioni di fatture al tesoro – spiega – Loro sanno chi sono i loro fornitori e potranno pagarli direttamente. Da parte nostra ci sarà un controllo ex post non ex ante, nessuno avrà più alibi”.
No al ricorso alla Cdp
Quanto alle risorse da reperire per pagare questi debiti, stimati in complessivi 70 miliardi, Grilli prevede, per quelli legati alla spesa corrente delle amministrazioni in sofferenza di cassa, di “approvvigionarci attraverso l’emissione di titoli di Stato, di liquidità da riversare agli enti interessati, ma potremo anche pagare alcuni debiti direttamente con titoli di Stato”. Il ministro non crede invece nel ricorso alla Cassa depositi e prestiti: “E’ un soggetto privato, fuori dalla PA, non ha senso usarlo per pagare debiti che non sono suoi”.