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Ingroia e lo scontro totale con il Csm

Prosegue la telenovela sul futuro di Antonio Ingroia. Quella di oggi è la giornata dello scontro totale tra l’ex pubblico ministero e il massimo organo della magistratura. Il plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, con 19 voti favorevoli, zero contrari e sette astenuti, ha deciso che l’ex leader di Rivoluzione Civile sarà pubblico ministero ad Aosta.

La decisione del Csm

La decisione del plenum è arrivata dopo un breve dibattito, nel corso del quale il presidente della terza commissione, Roberto Rossi, ha ritirato la delibera inizialmente proposta, che vedeva Ingroia destinato all’Ufficio giudiziario di Aosta ma con funzioni di giudice. All’esame del plenum, a quel punto, è rimasta solo la proposta avanzata dai togati di Magistratura Indipendente, che sollecitavano il ricollocamento in ruolo dell’ex leader di Rivoluzione Civile ad Aosta, ma con funzioni di pm. Nella Procura valdostana, infatti, vi era un posto vacante mentre l’organico dei giudici al tribunale era al completo. Per questo, i voti del plenum sono convogliati su questa proposta, nonostante una circolare del Csm preveda il divieto, perché rientra in Magistratura dopo un’aspettativa elettorale, di svolgere funzioni di pm. I problemi, rilevano a Palazzo dei Marescialli, sarebbero stati maggiori se si fosse applicata la circolare e inviato Ingroia ad Aosta come giudice in sovrannumero.

A favore del trasferimento di Ingroia ad Aosta ha votato anche il vicepresidente del Csm, Michele Vietti, mentre hanno scelto di astenersi dal voto il pg di Cassazione, Gianfranco Ciani, il laico del Pdl, Annibale Marini, i cinque togati di Unicost, Paolo Auriemma, Alberto Liguori, Mariano Sciacca, Giuseppina Casella e Giovanna Di Rosa.

La reazione di Ingroia

Durissimo il commento di Ingroia, che a questo punto si dice addirittura pronto a lasciare la magistratura. “C’è poco da commentare. Il Csm ha fatto le sue scelte e le sue valutazioni. Io farò le mie. Ha scartato ogni opportunità affinché venisse valorizzata la mia esperienza e professionalità e ora farò io le mie valutazioni e le mie scelte”. Anche lasciare la magitratura? “C’è anche questa in uno spettro molto ampio di possibilità”, dichiara Ingroia all’Agi, dicendosi “amareggiato” e “deluso” dopo la decisione del plenum del Csm di assegnarlo ad Aosta quale pubblico ministero.

“Se dopo 25 anni di esperienza e di impegno antimafia e per la magistratura, questo è quanto mi viene riconosciuto e raccolgo – aggiunge Ingroia, al quale ieri la commissione del Csm aveva respinto la richiesta di essere collocato in aspettativa per assumere l’incarico di presidente di Riscossione Sicilia – vacilla la piena fiducia nella capacità delle istituzioni di mettere a frutto le energie che ha a disposizione. Ritenevo poco utile e poco funzionale rispetto alla mia esperienza, l’assegnazione ad Aosta. Il fatto poi – prosegue Ingroia – che sia stato assegnato nella funzione di pubblico ministero, dimostra che le regole non erano così inflessibili e che qualche eccezione si poteva fare”. Insomma, aumentano anziché diminuire le perplessità rispetto alle scelte del Csm. “Adesso attendo che mi venga notificato il provvedimento per prendere a mente fredda le mie decisioni”.



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