Sarebbero scottanti i documenti ritrovati dalla polizia in un’abitazione dell’ex ministro dell’Interno ed ex presidente del Copasir, Claudio Scajola.
Nell’ambito di un’inchiesta della procura di Imperia relativa a un presunto finanziamento illecito avvenuto col pagamento di lavori di ristrutturazione, le forze dell’ordine hanno perquisito l’abitazione e l’ufficio di Scajola trovando un vero “tesoretto”.
A raccontarlo è un’inchiesta del Secolo XIX che documenta come fra i dossier ritrovati, che costano all’ex ministro del Popolo della Libertà l’accusa di ricettazione, ci sarebbero “atti relativi a un procedimento contro Silvio Berlusconi, carte del Viminale e note “riservate” dei servizi segreti”.
Fra il materiale anche un’informativa del 1998, in cui i Carabinieri parlano del presunto consumo di cocaina da parte dell’ex deputato Eugenio Minasso, allora segretario provinciale di Alleanza Nazionale, oggi vicecoordinatore regionale del partito di Silvio Berlusconi e uno dei principali avversari politici di Scajola.
“La circostanza – scrive il Secolo XIX – getta una luce nuova sul clamoroso sfogo dell’ex ministro lo scorso inverno, quando durante un incontro a Genova con gli avversari interni del Pdl, affermò: “So molte cose di voi, ma non le utilizzo”.
Raggiunto al telefono dal quotidiano genovese, Minasso ha detto che “si tratta di una vicenda molto vecchia, nata quando una persona di cui ero effettivamente molto amico venne fermato con un po’ di droga e raccontò cose non attendibili agli inquirenti, forse per cercare di salvare se stesso. Però tutto si fermò lì”.