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Ecco i capi di accusa di Grillo contro il grillino Mastrangeli

Un nuovo “caso Salsi” scuote il Movimento 5 stelle. Dopo l’editto che sancì l’espulsione della consigliera comunale di Bologna, è la volta del senatore Marino Mastrangeli, che rischia di pagare la sua intervista a Barbara D’Urso durante la trasmissione Pomeriggio 5. Un problema che riaccende i riflettori sulle crepe della democrazia interna al movimento.

LE ACCUSE DEL MOVIMENTO

Il capo d’imputazione è chiaro: nessuno, nemmeno l’ufficio comunicazione o il capogruppo Vito Crimi, sapeva dell’apparizione televisiva di Mastrangeli. E se in altri partiti può essere considerata ordinaria amministrazione, nel Movimento 5 stelle assume i contorni del “tradimento”.

Uno degli obblighi ferrei degli amministratori grillini, accettati in una dichiarazione firmata, è quello di non partecipare a talk show, al massimo rilasciare interviste per spiegare aspetti concreti dell’iniziativa politica e del programma.

LA DIFESA DEL SENATORE

Ed è su questo che si basa la linea difensiva di Mastrangeli, accusato da alcuni compagni di partito di essere “un novello Scilipoti”. Il senatore stellato, difendendosi dal fuoco amico, ha provato a spiegare che da cittadino pari ad altri non era tenuto ad avvisare nessuno e che non ha nulla da rimproverarsi, perché nel corso della trasmissione non ha avuto un contraddittorio con altri esponenti politici, ma si è limitato a rispondere a domande secche sui lavori parlamentari, sperticandosi in lodi a Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio.

Ciò non è bastato ad allontanare lo sdegno di molti colleghi e militanti, che nell’apparizione televisiva del senatore hanno visto snaturata l’immagine del Movimento 5 stelle, un po’ per il taglio della trasmissione, un po’ per la rete sulla quale è andata in onda.

QUALE SORTE PER MASTRANGELI?

È presto per dire quale sorte politica spetterà a Mastrangeli, che non ha escluso di tornare in tv se invitato a rilasciare dichiarazioni compatibili con il regolamento interno.

Sulla vicenda aleggia per ora il silenzio assoluto di Grillo, che – se dovesse decidere per l’espulsione – non potrà comunque fare riferimenti anatomici a punti G, ma dovrà limitarsi stavolta a un più semplice: Sei fuori!”


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