Renzi premier? O leader di un Pd meno antiberlusconiano e non troppo legato a vecchi schemi ideologici? Il sindaco di Firenze radiografato dalle voci del Pdl, dopo l’editoriale di Formiche.net che auspica Renzi come presidente del Consiglio dopo il rinnovo di Giorgio Napolitano al Quirinale.
“Credo che rappresenti l’apertura di un leader con meno di 40 anni che non è antiberlusconiano a priori – ragiona l’ex ministro Giancarlo Galan – Renzi è destinato a essere protagonista in un bipolarismo corretto con una logica dell’alternanza, in cui se uno vince l’altro non fa una tragedia e fa l’opposizione, così come accade nelle altre democrazie. Sarebbe un interlocutore serio, che però il Pd non sarà in grado di assorbire, così come ha dimostrato durante le primarie”. Si tratta di un partito, è il ragionamento del deputato veneto già governatore del Veneto, che risente ancora “dell’influsso e della tradizione del Pci da cui discende e di cui troppi suoi uomini sono stati protagonisti”.
Il commento di Galan
Ma esclude un’ipotesi Renzi premier adesso: “E’ sbagliato oggi e sbagliato per lui”, in quanto lo ha deluso proprio negli ultimi giorni relativi all’elezione del Colle. Dopo aver costruito la sua fortuna sul voler rottamare i vecchi arnesi della politica, intendendo con questo epiteto non solo gli uomini ma soprattutto i metodi, ha invece utilizzato i peggiori metodi della peggiore prima repubblica, per i propri obiettivi”.
Napolitano-Renzi come immagine di ciò che poteva essere il Pd e non è stato, e come un nuovo punto di partenza? Non ci crede troppo Galan, perché, rileva che “la sinistra è apparato e ha prodotto tutti leader legati a schemi del passato. La sinistra italiana è Rosy Bindi, che il giorno successivo ad una disfatta di questo genere pensa a porre veti. É il massimalismo dei soldati di Bersani che hanno imposto logiche militari alle primarie. La sinistra italiana, ahimè, non è come quella laburista inglese”.
L’analisi di Pizzolante
Un leader meno avverso al terreno pidiellino rispetto al passato? Secondo il deputato Pdl, Sergio Pizzolante, il sindaco di Firenze è “un leader avverso al passato del Pd, che non demonizza Berlusconi e soprattutto non demonizza il popolo che vota il Cavaliere, per cui è sicuramente un personaggio nuovo, nato a sinistra, ma in totale discontinuità con la storia di questa sinistra”. Definisce fantapolitica l’ipotesi di un eventuale incarico di governo affidato a Renzi da Giorgio Napolitano, “perché comunque rimane sempre il volto politico che ha perso le primarie del Pd, un incarico a lui in questo momento significherebbe entrare nella dinamica interna dei democratici, da cui credo Napolitano rimarrà assolutamente lontano”. E aggiunge che il prescelto utilizzerà l’incarico per dare risposte al paese, per rappresentare l’equilibrio verso l’unità nazionale e non per regolare affari interni. “Certo – osserva – Napolitano per la sinistra rappresenta un’occasione mancata nella storia, ovvero l’idea che potesse nascere, attorno a leader come Craxi o come gli eredi di Amendola, una sinistra riformista e maggioritaria rispetto a quella comunista. Mentre Renzi potrebbe, con molti punti interrogativi, si veda la malagestione dell’elezione al Colle, riprendere in mano la rifondazione di una sinistra liberale e riformista, che rompa tutti i ponti con il postcomunismo e il cattocomunismo”.
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